Lunedì 4 febbraio, la ditta Arteria, specializzata in trasporto di opere d’arte, ha movimentato, imballato e trasportato tre importanti opere del Museo Civico concesse in prestito ai Musei San Domenico di Forlì per la mostra “Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini” che aprirà i battenti il prossimo 9 febbraio e resterà aperta fino al 16 giugno.
Sotto la supervisione del personale del Museo sono state prelevate due importanti sculture dalla Gipsoteca Bistolfi: “Gli Amanti”, opera in gesso di notevoli dimensioni, e “Il Boaro”, in bronzo. Dalla Pinacoteca inoltre è stata prestata la grande tela di Eliseo Sala datata 1863 e che raffigura Vittorio Emanuele II.
L’Amministrazione Comunale ha accolto con piacere la richiesta di collaborazione, pervenuta dagli organizzatori della mostra, e ha concesso – previa autorizzazione della competente Soprintendenza e con la garanzia della massima tutela – le tre prestigiose opere di proprietà del Museo. In particolare si segnala che la scultura in gesso che raffigura “Gli Amanti” esce in prestito dalla Gipsoteca per la prima volta dall’apertura al pubblico del Museo. Occasioni come queste divengono importanti vetrine per le collezioni casalesi, per far conoscere innanzitutto il ricco patrimonio storico artistico conservato presso il Museo Civico e ribadire l’importante ruolo avuto da Leonardo Bistolfi tra Otto e Novecento, riconosciuto tra i maggiori scultori della sua epoca.
“Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini”
Il tema della mostra forlivese è la grande arte dell’Italia dell’Ottocento, nel periodo che intercorre tra l’ultima fase del Romanticismo e le sperimentazioni artistiche del nuovo secolo, tra l’Unità d’Italia e la Grande Guerra; il presidente del comitato scientifico della mostra è Antonio Paolucci, ex direttore dei Musei Vaticani; l’esposizione è curata da Fernando Mazzocca e Francesco Leone.
La rassegna si ricollega, per le ambizioni e l’impegno nel riconsiderare sotto un nuovo punto di vista un periodo particolarmente significativo della nostra storia dell’arte, con altre grandi mostre organizzate dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Attraverso una selezione di opere diventate iconiche, soprattutto quelle premiate e acquistate dallo Stato e dagli enti pubblici, ma anche oggetto di dibattito e di scandalo, alle grandi Esposizioni Nazionali, da quella di Firenze del 1861 a quelle che tra Roma, Torino e Firenze (le tre città che erano state capitali) hanno celebrato il cinquantenario dell’Unità, le dieci sezioni della mostra ricostruiscono i percorsi dei diversi generi, da quello storico, alla rappresentazione della vita moderna, dall’ arte di denuncia sociale, al ritratto, al paesaggio.
In un emozionante racconto epico affidato soprattutto alle opere di grande formato, mai movimentate prima, ci vengono incontro temi di impatto popolare e dal significato universale risolti nel cortocircuito visivo di capolavori indimenticabili. La varietà dei linguaggi con cui sono stati rappresentati consentono di ripercorrere un periodo di grandi trasformazioni della visione, dallo splendido tramonto del Romanticismo all’ affermazione del Purismo e del Realismo, dall’Eclettismo storicista al Simbolismo, dalla “rivoluzione” dei Macchiaioli alle sperimentazioni estreme dei Divisionisti. Emergono con i loro capolavori i protagonisti di quei tormentati decenni, pittori come Hayez, Domenico e Gerolamo Induno, Pompeo Molmenti, Faruffini, Cesare Maccari, Muzzioli, Costa, Fattori, Signorini, Lega, Lojacono, Patini, De Nittis, Boldini, Zandomenenghi, Corcos, Tito, Mancini, Previati, Morbelli, Pellizza da Volpedo, Michetti, Segantini, Sartorio, Balla, Boccioni, e scultori come Vela, Cecioni, Bazzaro, Butti, Monteverde, Gemito, Troubetzkoy, Bistolfi, Canonica. Anche se sarà poi la straordinaria occasione di far finalmente conoscere al grande pubblico tanti altri artisti sorprendenti, oggi ingiustamente trascurati o dimenticati.