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SF-260 la Ferrari dei Cieli

Massimo Dominelli, giornalista specializzato nel settore aeronautico, è l’ autore del libro “SF-260 la Ferrari dei Cieli” in cui si racconta la storia di questo aereo costruito dalla SIAI Marchetti a partire dall’anno 1966 fino ai giorni nostri.   La sigla di identificazione del modello SF-260 stanno ad indicare, nelle lettere, le iniziali del suo progettista, Stelio Frati, mentre il numero 260  determinano i cavalli di potenza del motore.
Il SIAI-Marchetti SF-260, in seguito Aermacchi SF-260, è un monomotore ala bassa costruito e sviluppato dall’azienda italiana SIAI-Marchetti negli anni sessanta e commercializzato negli anni successivi, oltre che dalla stessa, anche dalla Aermacchi a seguito della sua acquisizione.

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Progettato dall’ingegnere Stelio Frati, è un aereo destinato inizialmente all’aviazione generale per l’uso sportivo e da turismo, ma grazie alle sue grandi capacità di addestratore basico è largamente usato nelle scuole di volo, anche in quelle militari.
L’Aeronautica Militare lo utilizza come addestratore basico e i piloti prendono il primo brevetto della loro carriera (il BPA, Brevetto Pilota di Aeroplano) a bordo di questo aereo. È stato prodotto in più di 900 esemplari, risultando così, insieme all’Aermacchi MB-326, l’aereo italiano di maggior successo commerciale nel dopoguerra per velivoli della sua categoria. Dal gennaio 1997 il progetto è passato all’Aermacchi, che, con la costituzione di un team dedicato sia per la progettazione che per l’assemblaggio, ha rinvigorito il progetto con modifiche sia strutturali che impiantistiche facendo rivivere alla macchina una seconda giovinezza. Tra le modifiche principali introdotte dal team possiamo ricordare l’adozione di un nuovo impianto combustibile, l’installazione di un impianto di condizionamento, l’introduzione dell’autopilota, nuovi sedili, oltre ad un’avionica di ultima generazione.

L’SF-260 è interamente metallico, monoplano, di configurazione classica ma ottimamente curato come aerodinamica ed armonizzazione dei comandi. È anche una delle macchine più costose nella sua categoria. Il pilota dispone di un’ampia visuale, ma c’è posto anche per un passeggero affiancato e uno posteriore, normalmente utilizzato solo nell’impiego civile. Le ali sono basse, con un leggero diedro positivo (sono cioè inclinate verso l’alto), monolongherone, con il carrello triciclo anteriore interamente retrattile. I serbatoi alle estremità sono da 72 litri, oltre a quelli da 49,5 l posti nelle ali, per un totale di 243 litri, di cui 235 l usabili.
Il motore è un Avco Lycoming O-540-E4A5 con alimentazione a carburatore oppure iniezione nelle versioni D ed E, a 6 cilindri contrapposti raffreddato ad aria abbinato ad un’elica bipala metallica a passo variabile. È dotato di radio VHF e altri equipaggiamenti basici per il volo, mentre l’armamento (nelle apposite versioni) è trasportato in due o talvolta 4 punti d’aggancio

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