A proposito di bicchiere mezzo pieno…
Nel tempo della pandemia, Donato Lanati coniuga scienza, filosofia e intuizioni per scatenare, nel suo calice sempre mezzo pieno, sentori e opportunità nuove. Ma, avverte: attenzione alle furberie…
IL CONCETTO DI LIBERTA’ NEI TEMPI DELLE RESTRIZIONI
La libertà è qualcosa di incommensurabile che supera lo spazio fisico. In questi giorni, sto scoprendo volti nuovi della libertà. Sto completando ricerche che avevo ritardato, perché sopraffatto da quell’iperattivismo che mi pareva irrefrenabile. Ho ritrovato un tempo nuovo e, in lui, sconfinati spazi, in cui la mente si muove libera e incontenibile.
IL DNA DEGLI ITALIANI
Ripartiremo prima, ma qualcosa cambierà. Si ridurranno i grandi assembramenti e il modo di gestire gli eventi. Dovremo pensare ad un servizio di consegna al domicilio, contraddistinto dal carattere culturale e identitario della nostra terra. Contestualmente, ridisegnare gli spazi comuni e inventarci modi nuovi di lavorare. La tecnologia ci sta insegnando ad ottimizzare il tempo, a ridurre gli spostamenti, facendoci risparmiare energie fisiche ed economiche, e a rispettare l’ambiente. E’ un’occasione per scrollarci di dosso impostazioni viziate e faticose. E’ giunto il tempo di reinventarci e riscoprirci italiani. Mi riferisco a quel tocco di estro e genialità che è scritto nel nostro Dna.
DA 8000 ANNI IL VINO E’ CON L’UOMO
Nelle avventure e nelle disavventure, il vino accompagna l’uomo da 8000 anni. La viticoltura è andata avanti per l’amore degli uomini. Nessun grappolo dovrà restare appeso alla vite. Occorre puntare tutto sulla qualità, senza esitazioni. E’ la nostra grande occasione.
ATTENZIONE ALLE FURBIZIE!!!
La distillazione per ridurre le giacenze di cantina, a mio avviso, è una fantastica autorete d’immagine. Sento odore di furbizia, un modo per sbarazzarsi dei vini invenduti, perché di bassa qualità.
Certo, occorre gestire le giacenze dei vini che hanno ciclo annuale, come Prosecco, Pinot grigio e Moscato d’Asti anche se, con adeguate tecnologie, i vini possono rimanere giovani. Non comprendo, invece, la distillazione per i vini rossi che, notoriamente, hanno una spiccata predisposizione alla maturità anagrafica e dei sapori. Per i rossi, la quantità si potrà distribuire nel tempo.
A PROPOSITO DI VENDEMMIA VERDE…
Lasciare i grappoli appesi alla vite, in cambio di un contributo esiguo agli agricoltori, è un’anomalia e una sofferenza per la vigna che si ripercuoterebbe sulla prossima stagione, anche a livello parassitario. La vite è una pianta intelligente: è la vita che parla e si perpetua.
La vendemmia verde sarebbe la soluzione ideale se corrispondesse al significato vero della parola; se ai produttori venisse concesso un contributo in cambio di un impegno concreto al diradamento. Per intenderci, togliere grappoli all’invaiatura, ricavando non più di 35/40 quintali di uva per ettaro. Così, otterremmo un vino duraturo capace di esprimere il suo territorio.
LA FANTASIA TIPICA ITALIANA
Il mio amico Walter Massa ha pensato di fare aceto in azienda. Oggi, la legge non lo consente, ma le condizioni igienico sanitarie sono cambiate. Credo che nelle cantine si possa anche produrre una buona qualità di aceto del territorio.
Rispetto al vino e alla vite, la pandemia è scoppiata in un momento in cui abbiamo vino buono in cantina e tutto il tempo per poter progettare una vendemmia, magari ridotta, ma di qualità e per studiare vini che durino nel tempo. Ci sono varietà maggiormente predisposte; ogni vigneto va analizzato a sé.
IL RUOLO DELLA COMUNICAZIONE
Occorre investire nella comunicazione. Ce lo insegnano bene i nostri cugini francesi. Dobbiamo far uscire il cuore della nostra terra e delle cultura italiana. Dobbiamo parlare di territorio, nel nostro caso di Monferrato, e non di singoli prodotti.
Non ripartiremo da dove tutto è stato interrotto, ma da qualcosa di nuovo. Non possiamo permetterci di perdere tempo. L’Italia, con i suoi prodotti, ha sempre emozionato.
Ora, occorre uno sforzo in più: dobbiamo impressionare!!!