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Calcio: Portieri si nasce – a tu per tu con Marco Ormelese numero uno della JCP

La chiacchierata di oggi è con Marco Ormelese, numero uno della JCP. Classe 1990, difende la porta giallo-rosso-blu dalla stagione 2010 (con una sola parentesi nel 2012-13). Ventinove presenze in questo 2019-20, 20 in campionato, 3 in Coppa Piemonte e 6 in amichevole. Protagonista della promozione in Prima Categoria, è tra i giocatori con la militanza più lunga nel club presieduto da Roberto Zanforlin. Nella vita di tutti i giorni è grafico pubblicitario, ma alla domenica infila i guanti, onorando al meglio uno dei ruoli più difficili nel mondo del calcio. 

L’esperienza certo non ti manca, ma una stagione così proprio non te l’aspettavi. Soprattutto per un finale rimasto in bianco, come un racconto che nessuno mai scriverà. Un vero peccato. 

Una stagione che definirei bizzarra, segnata da tanti imprevisti e da molte difficoltà. Un finale spiacevole, per noi come Junior Calcio Pontestura, ma anche per un girone che è cresciuto molto sotto l’aspetto tecnico. Sono state tutte partite combattute e molto equilibrate, merito di formazioni che potevano contare su giocatori bravi, meritevoli di categorie superiori. Interessante vedere come sarebbe andata a finire, anche perché sono sicuro che avremmo avuto un’ultima parte di stagione scintillante”. 

La fine della scorsa stagione aveva lanciato la JCP verso nuovi ed ambiziosi obiettivi. Una “rosa” per gran parte confermata, proprio per partire subito forte. E i numeri vi stavano dando ragione. 

Sono arrivati ragazzi molto bravi ed esperti in tutti i reparti. Tuttavia credo che la forza della Junior sia quella del gruppo. In fondo lo è sempre stato. Anche in passato abbiamo giocato per obiettivi ambiziosi e sono convinto che la dirigenza abbia voluto fare un ulteriore sacrificio proprio perché ha visto in noi una crescita collettiva molto importante sotto il profilo tecnico ed umano. Poteva essere l’anno giusto. Poi si sa, nello sport nulla è scontato e tutto può accadere perché ci si misura con un avversario ed è il bello del calcio e non solo”. 

Quattro gol subiti nelle prime sette partite. All’ottavo match (trasferta con La Vischese) ne sono arrivati altrettanti. Una svolta dovuta a cosa secondo te? 

Non credo sia giusto attribuire troppa importanza ad una singola partita. Statisticamente il discorso non fa una piega, ma il calo di rendimento è legato ad una serie di infortuni che non avevo mai visto in più di 10 anni di carriera. Nelle prime sette partite abbiamo incontrato ottime squadre. La Vischese ha minato qualche certezza e di colpo ci siamo trovati ad affrontare situazioni nuove, almeno per questo inizio di campionato”. 

Infortuni, squalifiche, cambio di guida tecnica. La squadra ha impiegato un po’ di tempo per metabolizzare il tutto, ma nelle ultime partite ha dimostrato di essere sulla strada giusta. 

Quando penso a come ci stavamo allenando mi convinco che siamo davvero un bel gruppo. Anche tra i professionisti occorre tempo per passare da un sistema ad un altro. A volte non basta una stagione per farlo. Noi, che siamo dilettanti e non ci alleniamo tutti i giorni, ci siamo trovati anche decimati dagli infortuni ed è stato ancora più difficile. Il sistema di gioco di mister Casone nasce da un calcio diverso, più evoluto per via delle sue conoscenze e alla squadra è occorso tempo per assimilare e per capire. Eravamo sulla strada giusta e dovremo ricominciare da li. Trovo che sia stata estremamente importante la disponibilità da parte di tutti. Nessuno ha mollato e i ragazzi della juniores che ci hanno aiutato, sono andati anche oltre a ciò che ci si attendeva da loro”. 

Quale è stata la parata più difficile di questo 2019-20? 

Ricordo due parate. La più bella a Strambino, ad inizio partita. Un colpo di testa ravvicinato ed un intervento di puro istinto a deviare il pallone in angolo. La più importante è stata quella nel derby di andata con lo Stay O Party. Intervento su Kerroumi al 70’ sul risultato di 2-0 in nostro favore. Prendere gol in quel momento avrebbe significato riaprire la partita e visto il valore degli avversari, non so come sarebbe andata a finire”. 

Roberto Bellasio e Umberto Montiglio. Due parole sui tuoi colleghi di reparto e sul preparatore Davide Pescarolo

Davide lo conoscevo da tempo, ma non lo avevo mai avuto come preparatore. E’ uno che ti aiuta, ti consiglia, ma soprattutto ti sprona a fare sempre meglio. Con lui capisci che anche a 30 anni non si smette di imparare e di mettersi in gioco. Roberto e Umberto sono compagni meravigliosi. Due ragazzi che non hanno niente da invidiare ai professionisti. Quando sai di poter contare su una presenza costante e positiva per tutto l’anno, sei a dir poco fortunato. Montiglio, nonostante la giovane età, è sempre puntuale, serio e può diventare importante per il futuro di questa società. Bellasio ha giocato in categorie superiori e la mentalità è quella. Mai una parola fuori posto, sempre a disposizione. Basta la sua presenza a farti capire come si deve comportare un atleta”. 

E’ di questi giorni la notizia della chiusura definitiva dei campionati. Quale il tuo maggior rimpianto? 

Poteva essere un finale da fuochi d’artificio. Il rimpianto è non aver visto a quale livello sarebbe arrivata la squadra. Nella nostra categoria si gioca per divertimento e in questo momento ci sono cose più importanti come lavoro, scuola ed ovviamente salute. Con la giusta onestà intellettuale è doveroso adeguarsi e rimandare tutto alla prossima stagione”. 

Marco Ormelese 
Giovanili nella Fortitudo Occimiano 
2010-12 JCP 
2012-13 San Maurizio 
2013-20 JCP 

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