Emergenza Coronavirus

Alimentazione post quarantena

Prosegue il consueto appuntamento con gli articoli a cura di Elena Paiuzzi, psicologa a indirizzo Cognitivo Comportamentale, abilitata in EMDR. Ha una formazione specifica in psicotraumatologia, affronta abitualmente problematiche legate all’ansia, alla depressione e ai consueti disturbi psicopatologici con bambini, adolescenti e adulti. 


Anche se ora le misure di contenzione si sono un po’ allentate, resta comunque importante fare attenzione all’alimentazione:  ci troviamo pur sempre in una situazione straordinaria, molti lavorano ancora da casa e, proprio a casa, passiamo gran parte del nostro tempo.

Chiusi in poche stanze senza niente da fare o, al contrario, con molti impegni, ma senza l’organizzazione e gli strumenti di cui disponiamo di solito, senza routine, o vincoli, poche relazioni sociali, gli spazi che continuano ad essere stretti, a volte addirittura claustrofobici: in questa situazione mangiare può sembrare l’azione più semplice per fornire al cervello e all’organismo sensazione di confort e benessere. È esattamente ciò che fa chiunque di fronte a un forte stress. 

Il cervello che viene privato del benessere che proviene dai diversi stimoli a cui eravamo abituati, dal lavoro, dalle chiacchiere con i colleghi, talvolta anche del beneficio della luce solare, si butta sull’unico confort capace di trovare: il cibo. 

Le problematiche legate al cibo sono essenzialmente di due tipologie: si mangia troppo e di continuo, oppure si opta per gli alimenti sbagliati. In entrambi i casi il risultato non è solo quello che ha a che fare con la linea, ma si aumenta l’infiammazione dell’organismo. Siamo di fronte a un paradosso: passiamo la maggior parte del nostro tempo in casa per evitare di ammalarci, ma proprio la nostra alimentazione potrebbe farci ammalare.

Dunque, qualche consiglio in questo senso potrebbe essere utile per evitare ulteriori preoccupazioni. Innanzitutto, per rinforzare le nostre difese immunitarie dobbiamo evitare il rischio di innescare processi infiammatori, cercando di trovare il giusto compromesso tra benessere e confort.

Il nostro cervello, per funzionare bene, ha bisogno di essere “coccolato”, questo è innegabile, dunque abbiamo bisogno di mangiare pochi zuccheri e molti grassi di qualità: i grassi infatti, sono la principale fonte d’energia per il cervello: per esempio uova, avocado, noci, mandorle, cioccolato extrafondente, burro di cocco e molti altri cibi che già consumiamo occasionalmente, ma a cui possiamo dare più spazio, anche carni grasse come il fegato o l’ossobuco, o pesci grassi come salmone, acciughe, merluzzo, aringhe e in generale tutto il pesce azzurro.

Questi grassi infatti subiscono una trasformazione nel nostro organismo che è fondamentale per produrre energia, ma questo meccanismo funziona bene solo se i livelli di insulina sono abbastanza bassi, per questo motivo è bene diminuire al massimo tutti i carboidrati, anche integrali, limitare tutte le proteine e dunque, come si diceva, aumentare l’apporto di grassi.

È anche importante che ci siano tempi sufficientemente lunghi durante i quali non si mangia: non si tratta di fare digiuno, ma semplicemente di non mangiare di continuo tra un pasto e l’altro, soprattutto dopo cena. Questo, oltre a tenere bassa l’insulina, aiuta il cervello a non essere sempre esposto al senso di vuoto e noia. Gli sbalzi glicemici e di insulina nel cervello non permettono un corretto funzionamento cognitivo ed emotivo. Non solo il cervello, ma anche il palato e tutto l’organismo trarrà giovamento da queste piccole regole.


Articolo a cura di:

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Elena Paiuzzi

Psicologa-psicoterapeuta cognitivo comportamentale e EMDR

www.psicologa-alessandria.it


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