In Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro.
Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti.
Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più a lungo.
Ci sono però ancora problemi: dalla presa in carico del paziente alla revisione organizzativa, dall’accesso rapido ed uniforme a terapie innovative ai problemi nutrizionali che moltissimi pazienti presentano. Il coordinamento tra Centri ‘Hub e Spoke’ e medicina territoriale, è fondamentale nei processi organizzativi/gestionali. Per fare il punto sul tema, Motore Sanità ha creato ‘ONCOnnection’, serie di webinar incentrati sul mondo dell’oncologia, che prendono il via oggi con ‘L’ONCOLOGIA TERRITORIALE TRA NUOVE TECNOLOGIE E NUOVI SCENARI ASSISTENZIALI’, realizzato grazie al contributo incondizionato di Pfizer, Amgen, Boston Scientific, Nestlé Health Science, Takeda, Kite a Gilead Company e Kyowa Kirin
“Per sconfiggere il cancro ci vuole una forte connessione tra tutti gli attori coinvolti nel panorama della Sanità, dalle reti oncologiche, alle associazioni pazienti, alla medicina territoriale, all’innovazione digitale, alla creazione dei Molecular Tumor Board, alla formazione di team multidisciplinari, fino alla condivisione dei dati clinici “Real world”. Con Motore Sanità abbiamo voluto dare il nostro contributo per vincere questa battaglia, creando ONCOnnection, una serie di incontri che vedranno il coinvolgimento e il confronto tra i massimi esperti a livello nazionale del panorama oncologico”, ha dichiarato Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità
“Oltre 3.600.000 casi prevalenti oncologici non possono avere come unico riferimento le oncologie ospedaliere. Il percorso del paziente oncologico presenta brevi periodi in ospedale e lunghe fasi che si svolgono nel territorio e a domicilio. I bisogni del paziente oncologico sono diversi e articolati e vanno da una domanda di alta specializzazione a problematiche socio sanitarie. Occorre inserire nel territorio competenze specialistiche che lavorino in continuità con il Medico di Medicina Generale e con l’Oncologo ospedaliero per trasferire a livello territoriale alcune attività, dal follow-up alla gestione della tossicità, dalla psiconcologia alla delocalizzazione di alcuni farmaci. Si tratta di ridisegnare i PDTA delle patologie oncologiche, avendo a disposizione più setting assistenziali che oltre al ricorrere al DH ospedaliero prevedono anche i letti di cure intermedie, le articolazioni del Chronic Care Model e anche il domicilio del paziente”, ha spiegato Gianni Amunni, Associazione Periplo, Responsabile Rete Oncologica Toscana, Direttore Generale ISPRO, Regione Toscana