Percorso formativo specialistico per Amministratori dei Comuni Core 6 UNESCO
Si è parlato di “Gestione e programmazione dei siti Unesco piemontesi” con il funzionario regionale Natascia Giancola, in occasione del ciclo di incontri in webinar “Conoscere l’Europrogettazione per i progetti strategici del territorio della Core Zone 6 Unesco” organizzato con il coordinamento della Fondazione Ecomuseo Pietra da Cantoni di Cella Monte.
Fatta premessa che oggi, più che mai, il riferimento all’Unesco risulta essere abusato per l’attrattiva che riveste, in quanto marchio di qualità e prestigio per un richiamo soprattutto turistico, la Giancola ha altresì osservato che “spesso viene citato a sproposito, mescolando o semplificando contenuti, talvolta con poca conoscenza di essi. Al contrario, sarebbe interessante ampliare l’orizzonte e conoscere i principi base che determinano tali riconoscimenti, così come gli obiettivi e le finalità, nonché le fondamentali opportunità da cogliere nel medio-lungo termine. Comprendere meglio le dinamiche e i processi può, certamente, favorire la consapevolezza e responsabilizzazione da parte delle comunità locali nell’ambito della costruzione delle politiche di sviluppo che, sempre più, si intersecano nel quadro dello sviluppo sostenibile (Agenda 2030)”.
L’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, tuttavia, per l’ambito culturale non ha individuato un obiettivo specifico, anzi, gli ha conferito un ruolo trasversale per il raggiungimento dei vari obiettivi di sostenibilità. “Infatti, processi che dovranno essere messi in atto sono di tipo culturale e istituzionale, caratterizzati da un cambio di mentalità indirizzata ad una visione maggiormente complessa e trasversale, sia nella programmazione sia costruzione delle politiche. Inoltre, l’Agenda 2030 precisa che un’azione di sviluppo deficitaria degli aspetti culturali non può dirsi sostenibile. Pertanto, è necessario considerare e integrare la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, promuovere e incoraggiare il dialogo, la creatività e la diversità culturale, nonché sostenere prodotti e sapere locali”.
La cultura è così intesa come forza dinamica composta da eredità, heritage, patrimonio da curare e creatività. Da qui, l’evidenza di quanto la rincorsa al riconoscimento risulti oltremodo vana, se non accompagnata da una reale adesione agli obiettivi dello sviluppo sostenibile e del benessere delle comunità e la salvaguardia del pianeta.
“I riconoscimenti Unesco”, ha concluso la relatrice, “hanno le caratteristiche per essere promotori di modelli virtuosi di sviluppo; la diffusione e lo scambio delle attività e delle informazioni, a loro volta, rivestono un ruolo fondamentale. Infine, che nascano nell’alveo delle attività culturali o in ambito scientifico, è possibile individuare nei programmi Unesco obiettivi trasversali comuni, per i quali lavorare in maniera coordinata al fine di cogliere, il più possibile, le connessioni presenti fra gli ambiti di lavoro e, di conseguenza, ampliare le opportunità coordinando, concretamente, anche le risorse finanziarie”.
Prossimo appuntamento, martedì 13 aprile per parlare di “Il partenariato europeo: presentazione di casi progettuali europei e buone pratiche; il programma Creative Europe” a cura dell’europrogettista Gabriella Bigatti.
Il progetto è cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e dalla Regione Piemonte, Direzione Sanità e Welfare, Settore Politiche per i bambini, le famiglie, i minori e i giovani, sostegno alle situazioni di fragilità sociale. Info e iscrizioni: info@ecomuseopietracantoni.it