Sono 270 mila le persone colpite dal cancro in Italia ogni anno, di questi, fortunatamente, una metà vince la battaglia e l’aspettativa di vita in generale si è allungata. Per affrontare però i problemi che esistono, è imprescindibile sia attivare reti oncologiche regionali per rendere omogeneo l’accesso alle cure ai pazienti su tutto il territorio nazionale sia accelerare l’uso della tecnologia, realizzando piattaforme digitali utilizzabili in tempo reale dagli specialisti. Per fare il punto, Motore Sanità ha organizzato, in collaborazione con Periplo, un nuovo incontro ‘ONCOnnection LA RETE ONCOLOGICA STRUMENTO DI GOVERNO E DI PROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE’; un webinar incentrato sul mondo dell’oncologia e realizzato grazie al contributo incondizionato di Pfizer, Amgen, Boston Scientific, Nestlé Health Science, Takeda, Kite a Gilead Company, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson e Kyowa Kirin.
“Ritengo di estrema importanza l’attivazione delle reti oncologiche regionali per rendere equo l’accesso alle cure. Inoltre, esse rappresentano lo strumento per erogare prestazioni in appropriatezza attraverso percorsi diagnostici-terapeutici efficaci. Si auspica che tutto venga monitorato attraverso piattaforme digitali intercomunicanti, affinché si possa sempre rilevare, attraverso gli indicatori, l’efficienza del sistema. Per fare tutto questo è necessario rivedere le risorse umane ed accedere immediatamente all’innovazione tecnologica”, ha dichiarato Livio Blasi, Presidente CIPOMO
“Il modello a rete consente più di altri di garantire prossimità, equità, omogeneità e diritto governato all’innovazione. La rete come organismo di coordinamento dell’intero sistema oncologico, garantisce processi di semplificazione e di appropriatezza nella programmazione in questo settore: dagli investimenti su tecnologie pesanti all’individuazione dei centri di riferimento, dall’equilibrio tra prevenzione ricerca e cura, all’interlocuzione con il mondo dell’Industria, dalla opportunità di una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, al monitoraggio dell’efficacia e dell’efficienza dei percorsi di cura”, ha detto Gianni Amunni, Associazione Periplo – Direttore Generale ISPRO, Regione Toscana
“Le Reti Oncologiche Regionali rappresentano uno strumento oggi sempre più indispensabile per garantire da una parte equità nell’accesso dei pazienti a cure appropriate e di qualità, e dall’altro per razionalizzare e programmare le risorse economiche, tecnologiche e professionali necessarie nell’ambito dei territori. Il governo realizzato dalla rete può permettere di articolare l’offerta sanitaria in modo da tener conto dei volumi, delle caratteristiche e delle prestazioni richieste e degli esiti attesi, della logistica, delle professionalità/tecnologie e delle risorse disponibili, in un ambito di integrazione multidisciplinare e di una nuova continuità ospedale-territorio. La progettualità e la necessità di interrelazione in rete riguardano tutte le fasi della malattia oncologica dalla prevenzione e dai programmi di screening (per i tumori della mammella, cervice uterina e colon-retto), ai percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (PDTA), alle cure palliative, alla riabilitazione fisica e psico-sociale fino alla fase terminale ultima di malattia. La programmazione dell’attività si rapporta e risponde così a diverse condizioni e “bisogni” quali le molteplicità e le diversità delle singole patologie oncologiche, le differenze degli interventi assistenziali richiesti, l’impatto della malattia sulle condizioni psico-sociali del paziente, e oggi sempre di più a quanto richiesto dalla “cronicizzazione” della malattia e dall’incremento dei pazienti cosiddetti “survivors” e guariti. La Rete Oncologica Regionale diventa quindi lo strumento centrale per il governo della “complessità” della malattia oncologica”, ha spiegato Carmine Pinto, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell’IRCCS Santa Maria Nuova, Reggio Emilia