Ricerca effettuata con la metodologia del “Debate” in occasione della “Giornata della Terra”
Anche quest’anno il 22 aprile si è svolta la “giornata della Terra”, la celebrazione internazionale che invita l’intera popolazione mondiale a riflettere su tematiche ecologiche e ambientali: l’evento, che si rinnova puntualmente dal 1970, ha permesso di accendere i riflettori su problematiche non più trascurabili.
Anche gli alunni dell’Istituto Superiore “Leardi”, grazie al costante impegno della prof.ssa Maria Cristina Portinaro, docente di Scienze naturali e referente dell’iniziativa, hanno potuto approfondire una questione di stretta attualità, ovvero l’impiego dei materiali plastici e il loro impatto sull’ambiente. In particolare, la classe 2aA Amministrazione, Finanza e Marketing ha avuto modo di confrontarsi con la metodologia del “debate”: «Dopo che noi insegnanti abbiamo preso parte alla formazione a cura della prof.ssa Luisa Broli, mi è sembrata la strategia più efficace per coinvolgere gli studenti e per permettere loro di rielaborare quanto studiato» spiega la prof.ssa Portinaro, da anni attiva sul territorio, nel contesto della rete Scuole Insieme, per sensibilizzare i più giovani sui rischi dell’asbesto e per promuovere informazione su tematiche ambientali.
Questa metodologia didattica prevede la suddivisione della classe in gruppi: a partire da una problematica prestabilita (in questo caso, l’utilizzo della plastica), ogni squadra, formata da tre membri, deve lavorare in team per svolgere le ricerche e per cercare le argomentazioni più valide a sostegno o contro la questione. Dopo aver indicato per ogni gruppo un portavoce, i ragazzi potranno confrontarsi nel dibattito e rispondere alle domande, presentando agli avversari e agli spettatori, anche tramite una presentazione multimediale, il proprio punto di vista sulla tematica.
«I materiali plastici hanno rappresentato un’importante svolta per il settore industriale e il suo utilizzo è stato senza dubbio un vantaggio, – sostiene Sara Scamuzzi, che con Sara Costanzo e Alessandro Gazzi supporta un’argomentazione a favore – Si tratta di un materiale che ha una versatilità incredibile sia per le forme che può assumere sia per le finalità di utilizzo: negli oggetti quotidiani, ma anche nei prodotti medicali monouso, nei prodotti tecnologici… Oggi sarebbe impensabile rinunciare alla plastica, che costa meno di altri materiali, come legno o ferro, e può essere riciclato.»
«Appare sempre più evidente la dannosità della plastica sull’ambiente, – ribatte Ivan Spalla, con Viola Islami e Giorgia Secreto contro l’uso massiccio del materiale – il 30% dei rifiuti è di plastica, non sempre può essere riciclato e il cattivo smaltimento provoca la sua dispersione nell’ambiente, anche sotto forma di microplastiche, dannose per la salute degli ecosistemi marini e dell’uomo».
Ampio lo spazio alle domande tra le squadre avversarie, con cui si cerca di avvalorare la propria tesi: se Alessandro Gazzi replica che, se è vero che non tutte le plastiche sono riciclabili, ben il 90% di tale materiale può essere recuperato, il che rende l’analisi costi-benefici a favore del materiale, Sara Scamuzzi evidenzia come il problema della dispersione dei rifiuti nell’ambiente non sia imputabile alla plastica stessa, ma a comportamenti esecrabili dell’uomo. «Siamo d’accordo con la compagna – risponde la squadra contro le plastiche – ma una riduzione in assoluto di tale materiale favorirebbe la lotta alle microplastiche. Si tratta di una questione non solo ambientale ma anche economica e sanitaria: i danni sugli ecosistemi ammonterebbero a oltre 13 miliardi di dollari, oltre a tutte le problematiche indirettamente collegate a questo fenomeno, come l’impatto delle microplastiche sulla salute delle persone.»
A giudicare l’esito del debate è stata la giuria di giudici formata da Viktoria Abbate, Valentina Cane e Alessandro Capra: sulla base di parametri oggettivi, come la pertinenza e la completezza dei contenuti, lo stile di presentazione, la strategia argomentativa e la prontezza nel rispondere alle domande poste è stato il gruppo a favore delle plastiche ad aggiudicarsi la vittoria, per un solo punto di differenza.
«La soddisfazione degli studenti era palpabile – conclude la prof.ssa Portinaro a commento dell’iniziativa – perché hanno avuto modo di esprimersi di mettere in pratica ciò che hanno studiato e confrontarsi con i propri compagni su tematiche prioritarie. Il fatto che abbiano attentamente svolto una ricerca e riportato fonti autorevoli a sostegno della propria idea suggerisce la validità della metodologia didattica, poiché ha permesso loro di comprendere la differenza tra opinioni e fatti scientificamente validi, di riconoscere le fake news che circolano sul web e di sviluppare competenze importanti, come il parlare in pubblico e le tecniche argomentative. Le stesse soluzioni indicate dai ragazzi, come l’incentivo verso la raccolta differenziata, verso un consumo più consapevole e la lotta alla dispersione dei rifiuti in ambiente mi fa ben sperare che in futuro ci si prenderà sempre più cura del nostro pianeta, da tempo minacciato dalle azioni dell’uomo».