Tornano le Giornate Europee dell’Archeologia promosse dall’Inrap, l’Istituto Nazionale di Ricerca Archeologica francese. Tutti gli attori del mondo dell’archeologia si mettono all’opera per far scoprire al pubblico i tesori del patrimonio e i retroscena di questo settore.
Quest’anno il Civico Museo Archeologico di Acqui Terme offrirà numerose iniziative volte a valorizzare l’intera catena operativa dell’archeologia e a favorire la condivisione delle conoscenze. Sabato 19 giugno alle ore 17.00 presso il Chiostro dell’Hotel la Meridiana si terrà un importante incontro sulla storia di Acqui Terme da città preromana a città romana, chiamato “Da Caristum ad Aquae Staiellae” con interventi e studi di Silvia Giorcelli Bersani, Marica Venturino, Germano Leporati. Per celebrare la due giorni si terrà un concerto di musica classica del Festival Echos presso il Birdgarden del Museo, ed in tale occasione vi sarà l’apertura straordinaria della struttura fino alle ore 21 con ingresso scontato.
Domenica 20 giugno presso il giardino del Castello, si potrà rivivere la storia con una esperienza didattica nella quale rievocare il tempo della peste Antonina (165-190 d.C.) e come il mondo romano ha affrontato la pandemia all’epoca. L’evento si terrà dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.30 alle ore 20.00.
Nella stessa giornata si svolgerà alle ore 16.00 presso il Museo Archeologico la cerimonia di rientro della Coppa in vetro a mosaico del I secolo d.C., che è stata ospite al Museo civico Garda di Ivrea nella mostra “Vitrum – Dalla sabbia alla luce”. Alle ore 17.30 nella struttura si terrà una lectio itinerante “Lo specchio del passato”, durante la quale saranno raccontate un secolo di pandemie (165-270 d.C.), la peste e le conseguenti carestie. Tutte le attività sono a ingresso libero contingentato.
«Le Giornate Europee dell’Archeologia sono un importante momento per valorizzare il patrimonio archeologico – spiega l’assessore alla Cultura, Cinzia Montelli –. Si tratta di una grande opportunità al fine di rendere l’archeologia più visibile, e apprezzabile anche a coloro non necessariamente appassionati, ma soprattutto per far comprendere la ricchezza dei beni storici che ogni comunità ha a disposizione».