Decorsi i termini di legge, col Decreto definitivo si conta che le modifiche Ordinarie entrino in vigore già dalla campagna vendemmiale 2021
Adeguate: acidità, resa uva/ha, resa vino/ha, base ampelografica ed estensione della zona di produzione.
E’ stata approvata all’unanimità dal Comitato Nazionale Vini Dop e Igp, mercoledì 27 luglio, la Proposta di Modifica al Disciplinare della denominazione Grignolino del Monferrato Casalese doc, così come da istanza presentata dal Consorzio di tutela Colline del Monferrato Casalese. Un lungo iter, iniziato anni fa che, nell’arco degli ultimi 10 giorni, ha recepito il via libera, prima, della Commissione Tecnica e, ora, del Comitato. Occorrerà ancora qualche giorno per la pubblicazione della Proposta sulla Gazzetta Ufficiale e, decorsi i termini di legge, col Decreto definitivo, si conta che le modifiche Ordinarie entrino in vigore già dalla campagna vendemmiale 2021.
Le modifiche oggetto di esame e approvazione, sono state due: una “Ordinaria”, inerente il Grignolino tradizionale e riserva, anche vigna, e una “Unionale” riguardante l’inserimento della versione spumante rosè. Tra le modifiche salienti e sostanziali di quella Ordinaria ci sono l’adeguamento di: acidità (portata a 4,5%), resa uva/ettaro (che passa a 8 tonnellate), resa uva/vino (passa al 70%, 5600 l/ha), base ampelografica (passa a 95% Grignolino e 5% Freisa/Barbera, da soli o congiuntamente) e l’estensione della zona di produzione, includendo anche Lu Monferrato, divenuto Lu-Cuccaro Monferrato.
“La richiesta di modifica dell’acidità totale minima, nasceva dalla constatazione oggettiva della naturale riduzione del parametro di acidità fissa nelle uve Grignolino a maturità, rispetto all’epoca in cui fu istituita la Doc (1974)” spiega Luigi Ronchetti, presidente del Consorzio di tutela Colline del Monferrato Casalese. “La causa di tale riduzione, peraltro rilevata anche in altre zone d’Italia e per altre uve, si riconduce principalmente a tre fattori: la selezione clonale, che fornendo viti esenti da virus (molto diffusi in passato su questa varietà) e con maggiore uniformità fenologica, consente di raggiungere livelli di maturità più avanzata, come risulta anche dal parallelo aumento del grado zuccherino delle uve e dal grado alcolico dei vini; il miglioramento della tecnica viticola e della difesa antiparassitaria; il surriscaldamento climatico”.
“Relativamente alla resa, quella prevista dal precedente testo della Doc era considerevolmente bassa e non trovava oggettivo riscontro nella realtà produttiva, salvo che in annate eccezionalmente siccitose” prosegue Ronchetti; “inoltre, la precedente combinazione della resa uva/ettaro e uva/vino era la più bassa in assoluto a livello regionale. Da tenersi conto, anche la scarsa presenza di stress idrico nei terreni, per via del marcato contenuto di limo argilla”.
La vocazione del territorio di Lu alla produzione di vini di qualità a base Grignolino e la sua omogeneità con le aree maggiormente interessate dalla produzione della DocGrignolino del Monferrato Casalese, infine, era stata sperimentalmente verificata nel corso dello studio di “Zonazione vitivinicola della Provincia di Alessandria”, a cura dell’Università di Milano, Di.Pro.Ve. (équipe del prof Attilio Scienza).
L’inserimento della versione spumante rosé, in ultimo, è volto a recuperare una tradizione di vinificazione spumantizzata (documentata nel territorio di Vignale Monferrato) risalente ai secoli passati.
“Questa Proposta di Modifica, che confidiamo passi presto in Gazzetta Ufficiale, era molto attesa dai nostri associati e, pertanto, sarà foriera di nuove soddisfazioni e opportunità per la nostra viticoltura”.
Rispetto alla recente nota di Confagricoltura, infine, Ronchetti non nasconde: “sorpresa e sconcerto per un comunicato caratterizzato da errori, omissioni e ingiustificati protagonismi”. Più precisamente, “il testo ignora non poche delle principali modifiche apportate al Disciplinare e, soprattutto, dimentica di menzionare il ruolo del Consorzio delle Colline del Monferrato Casalese, unico titolato alla richiesta di modifica e artefice nel processo che ha portato a questo risultato.
Un lavoro di squadra che il Consorzio ha portato a conclusione grazie all’impostazione iniziale di Domenico Ravizza (past president) col CdA, alla collaborazione di Valerio Scarrone (Coldiretti), Mario Ronco (enologo) e Silvia Gianotti (consulente chimico) e, soprattutto, alla presa in carico finale da parte di Chiara Cane (segreteria) e attuale Consiglio di Amministrazione, col perfezionamento della Regione Piemonte”.
Grazie anche a chi ha lavorato alla modifica del disciplinare e alla relazione tecnica, praticamente gratis. Poiché nessuno lo ricorda, mi ringrazio da solo. Grazie, Maurizio