L’entusiasmo è di tutti. In tantissimi sono stati catturati dal fascino di questo monumento. Un contagio positivo, che sta emergendo in città. La grande presenza è quella di Santa Caterina Onlus, confortata dalla presenza dell’Ente Trevisio. Il lavoro dei professionisti è proattivo e sempre consapevole dell’obiettivo da raggiungere. A qualche giorno dall’inizio degli interventi sulla facciata della chiesa di Santa Caterina (su cui ora campeggia un ledwall luminoso con gli sponsor e i partner che sostengono il restauro della facciata) abbiamo ascoltato le parole del direttore dei lavori e architetto progettista Enrica Caire. Il gruppo dei tecnici è formato, come nel cantiere della lanterna, cupola e tamburo dalla consulenza per progettazione e direzione dei lavori delle parti strutturali dell’ing. Simone Giordano e la collaborazione, a tutto tondo, dell’arch. Sara Vecchiato, gli incarichi inerenti alla sicurezza del cantiere sono del geometra Giovanni Spinoglio.
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Un gruppo animato dal grande entusiasmo che deriva dalla partecipazione al cantiere del restauro di Santa Caterina per riportare in luce un indiscusso capolavoro architettonico settecentesco. E sabato 27 e domenica 28 novembre la Onlus di via Trevigi avrà un suo stand al Castello del Monferrato per la Festa del Tartufo: qui potrete trovare i cavagnin con i prodotti tipici del territorio, una gustosa idea regalo (cavagnin da 30 euro contenente Grignolino Azienda Agricola Giovanni Coppo, salame Bottega della Carne di Murisengo, crema di nocciole Cortile delle Delizie e formaggio vaccino Modina di Cerrina; cavagnin da 60 euro con spumante 70/30 e Barbera Azienda Agricola Giovanni Coppo, salame Bottega della Carne di Murisengo, antipasto piemontese Cortile delle Delizie, Baci di Dama Chilò e formaggio vaccino Modina di Cerrna a sostegno del restauro del capolavoro barocco) in vista del Natale, ormai alle porte.
Dopo il lotto della cupola, la Fabbrica di Santa Caterina prosegue il suo lavoro. Qual è stata l’urgenza che ha portato al restauro della facciata?
Riprendiamo un lavoro che ha avuto come primo step cupola, tamburo e lanterna e oggi affrontiamo il tema della facciata, perché si è presentata la grande opportunità di aderire ai benefici del bonus facciate e Santa Caterina Onlus ha prontamente aderito! Questa è stata la scintilla che a giugno ci ha fatto modificare l’obiettivo del cantiere di restauro in programma spostandoci dagli affreschi interni alla facciata esterna. Ci siamo trovati ad affrontare una nuova avventura: il contatto diretto con la facciata ha reso evidente un degrado molto avanzato.
Quali sono le tipologie di interventi che si stanno effettuando sulla facciata?
Abbiamo iniziato con una grande pulizia. Solitamente nel restauro si parla di pulitura, ma qui, in principio, si è trattato molto grossolanamente di pulire la facciata dal guano. La cosa curiosa che abbiamo trovato dietro le colonne, è stata un deposito di materiale per la costruzione di nidi. Poi si è passati alla pulitura da muschi e licheni e dopo la spazzolatura si sono svelate le parti soprammesse. Abbiamo cercato di comprendere se ci fosse uno strato che potesse rimandare ad un comune momento storico. Guardiamo a certe iconografie che ci possono dare dei riferimenti, abbiamo trovato uno strato, che definiamo originale, uguale ovunque in ornati, modanature, lesene, paraste e capitelli, analogo a quello individuato, in passato, sul tamburo della cupola. La facciata ha avuto una finitura originaria omogenea, anche se nel corso del tempo sono stati effettuati interventi che hanno cambiato la sua leggibilità. Molto dell’ornato centrale è invece originale ed è sorprendente come si sia conservato. Sono state maggiormente rifatte le parti piane e spesso anche fortemente ricoperte. Nelle zone sfaldate sono state rimosse le parti in distacco non consolidabili, reintegrando ove necessario i mattoni mancanti. In questo momento si procede ai consolidamenti degli ornati e alla preparazione delle parti piane delle cornici. Dovranno essere rifatte le protezioni in lamiera delle cornici, che erano in lamiera zincata e molto ammalorate, la sostituzione del metallo originale era stata effettuata nel restauro degli anni ‘40 e il piombo era stato rimosso per altri usi. Il prossimo step è quello della proposta della presentazione estetica da condividere con la Soprintendenza sia per la definizione della texture che della pigmentazione della finitura. Si presenteranno tre campioni per iniziare il percorso di decisione.
Conosciamo le curiosità e le scoperte derivanti dal precedente cantiere, possiamo fare un discorso analogo con quello attuale?
Resto “abbottonata”, ma abbiamo una scoperta che verrà svelata nel breve e per questo abbiamo coinvolto esperti dell’Università di Torino, del PoliTO e consulenti storici. In tema di scoperte posso dire che la vastità di argomenti che potrebbero essere oggetto di tesi di laurea è la stessa riflessione che condividiamo con tutti quanti gli esperti che salgono sui ponteggi.
Prima il ledwall per attrarre sponsor poi la nuova facciata darà il benvenuto ai visitatori e ai turisti. Quale sarà il risultato finale?
Il ledwall è una strategia di comunicazione all’ennesima potenza e avrà un’immensa attrattiva per attrarre nuovi “amici” e partner a sostegno dei restauri della facciata. Il dopo è il fascio di luce che deve rimanere acceso su Santa Caterina. Dopo la facciata che sarà riscoperta dai turisti, toccherà agli affreschi interni ancora da restaurare che iniziano dalla cupola e arrivano fino a terra. E resta anche un altro tema che coinvolge le vetrate della cupola e della lanterna che devono essere restaurate per essere ricollocate e poi il cortile interno… Insomma c’è ancora tanto da fare e la Fabbrica di Santa Caterina continua…