Il Ministero dell’Istruzione ha dato avvio, lo scorso 3 novembre, alla prima “Settimana Nazionale della RiGenerazione”: la manifestazione, nelle intenzioni del Ministero, è stata ideata per «promuovere azioni educative inerenti la sostenibilità ambientale presso le nuove generazioni che abitano e abiteranno la scuola e la società». Le tematiche ambientali e climatiche sono un’urgenza sempre più stringente e la scuola deve «supportare i ragazzi e le ragazze alla comprensione del legame imprescindibile tra uomo e natura, al fine di renderli attori del cambiamento e della diffusione di comportamenti virtuosi anche presso gli adulti». Non è un caso che si sia scelto proprio questo periodo per lanciare questa iniziativa: è in corso infatti a Glasgow la Conferenza Cop26, durante la quale i rappresentanti delle nazioni mondiali discuteranno del cambiamento climatico e proveranno a trovare accordi per invertire l’attuale rotta.
L’Istituto Superiore “Leardi”, da sempre sensibile alle questioni ambientali e di educazione civica, ha accolto senza esitazioni l’invito del Ministero, proponendo agli studenti della 2aA Amministrazione, Finanza e Marketing un interessante progetto di scienze: insieme agli insegnanti di Scienze Naturali Lorenzo Esposito e Antonio Brogna, gli alunni hanno realizzato il loro “giardino in bottiglia”.
«Un giardino in bottiglia è costituito da un contenitore chiuso di vetro o plastica in cui si possono far crescere le piante – spiega il prof. Esposito – Si tratta dunque di un ecosistema in miniatura: con questa esperienza si vuole far osservare ai ragazzi un piccolo pianeta Terra, facendo loro comprendere il suo essere un sistema integrato in “sfere” (litosfera, idrosfera, biosfera, atmosfera), nonché processi necessari alla vita quali il ciclo dell’acqua e la fotosintesi clorofilliana».
Il giardino in bottiglia più antico venne realizzato nel 1960 dal biologo inglese David Latimer: esso risulta autosufficiente dal 1972, anno in cui venne innaffiato per l’ultima volta. «In questo ecosistema c’è una rete di interazioni e un riciclo di nutrienti – continua Esposito – per cui è un ottimo esempio virtuoso di sostenibilità ambientale».
«L’esperimento ci è piaciuto molto – commentano gli studenti della 2aA AFM – abbiamo compreso, nella parte introduttiva, alcuni concetti importanti legati alla nostra vita sulla Terra, mentre è stato allo stesso tempo divertente e istruttivo costruire con le nostre mani il “giardino in bottiglia”, un vero ecosistema in miniatura, dove il substrato, le nebulizzazioni d’acqua, le piantine e l’aria riproducono le sfere terrestri. Con curiosità staremo ad osservare come questo microcosmo evolverà nel corso del tempo