Le proposte del direttore Luigi Mantovani
Le cinque proposte di lettura di Luigi Mantovani, direttore della Biblioteca Civica Giovanni Canna di Casale Monferrato, tornano, come ormai da tradizione, nell’ultima settimana del mese. I testi consigliati si possono anche vedere nel video disponibile da sabato scorso, 27 novembre, sulla pagina Facebook www.facebook.com/BibliotecaCivicaGiovanniCanna.
Jan Brokken, Il giardino dei cosacchi
Jan Brokken, L’anima delle città
Iperborea editore
Due libri dello scrittore olandese: il primo narra, basandosi su documenti e lettere, la prigionia di Dostoevskij in Siberia e la sua amicizia con il conte von Wrangel. Brokken indaga sui lati oscuri dell’autore di ‘Delitto e castigo’, e sul laboratorio della sua creatività. Da leggere, nell’anno del bicentenario della nascita del grande russo.
Il secondo cerca di rispondere a una domanda: può un luogo influenzare profondamente l’ispirazione di un artista? Brokken prova a rispondere portando il lettore nella Bologna di Giorgio Morandi, nella Parigi di Erik Satie, nella Amsterdam di Gustav Mahler, e anche nella Cagliari di Eva Mameli Calvino, la madre di Italo, prima donna a dirigere un Giardino botanico in Italia. Un libro originale e sorprendente.
Tomaso Montanari, L’ora d’arte, Einaudi
Secondo il noto storico dell’arte, conoscere le opere d’arte del nostro paese ci può rendere cittadini migliori, più consapevoli. In una vertiginosa carrellata, Montanari ci accompagna in un viaggio nel Bel Paese dell’arte, in pagine agili e rigorose allo stesso tempo.
Gabriele Lolli, Ambiguità. Un viaggio fra letteratura e matematica, Il Mulino
Il matematico e filosofo scrive un libro godibile, riuscendo a collegare le due culture – quella scientifica e quella umanistica – riuscendo a mettere in comunicazione le geometrie non euclidee e il concetto di infinito con Calvino e Philip Roth.
Charles S. Singleton, La poesia della Divina Commedia, Il Mulino
Nell’anno delle celebrazioni dantesche, questo è uno dei libri da leggere (o rileggere).
Il Mulino ristampa quella che può essere considerata la summa del dantista di Harvard: una visione interiore, profonda e al tempo stesso che sa anche restituire la dimensione pubblica del poema dantesco.