Attualità, Casale Monferrato

MonFest 2022 Fotografia: alla scoperta di altre quattro mostre

Dal 25 marzo in città le opere di Lisetta Carmi, Vittore Fossati, Claudio Sabatino e Maurizio Galimberti

Prosegue il viaggio alla scoperta dei grandi artisti che parteciperanno alla prima edizione di MonFest 2022, la biennale internazionale di fotografia che si terrà a Casale Monferrato dal 25 marzo al 12 giugno prossimi.

Organizzato dal Comune di Casale Monferrato e curato dal direttore artistico Mariateresa Cerretelli, il MonFest vedrà al centro del progetto numerose mostre allestite nei luoghi più caratteristici e suggestivi della città.

Nei mesi scorsi si sono approfondite biografie ed esposizioni di Gabriele Basilico, Valentina Vannicola, Francesco Negri, Silvio Canini, Raoul Iacometti, Ilenio Celoria e Silvia Camporesi (quest’ultima vincitrice del concorso Storie di donne indetto dal club locale di Soroptimist), mentre oggi scopriremo le mostre di Lisetta Carmi, Vittore Fossati, Claudio Sabatino e Maurizio Galimberti.

Lisetta Carmi

Viaggio in Israele e Palestina. Fotografie 1962-1967, sarà l’attesa esposizione curata da Daria Carmi e Giovanni Battista Martini e dedicata a Lisetta Carmi, l’artista genovese che, dopo un inizio da musicista, avvia nel 1960 la carriera di fotografa, portandola negli anni a realizzare una serie di reportage dedicati alla sua città, Genova, ma anche a Sardegna, Sicilia, Parigi, America Latina e Israele, solo per citarne alcuni. Oltre a realizzare una serie di ritratti di artisti e personalità del mondo della cultura.

«Lisetta Carmi – ha sottolineato Daria Carmi – è una grande artista, il cui lavoro vive oggi un momento di riscoperta e attenzione. È il giusto riconoscimento alla sua ricerca e produzione fotografica in molti anni di attività, dove cifra estetica e valore documentale si sommano restituendo un lavoro prezioso e significante. Gli scatti sono circa trenta, di cui oltre due terzi inediti. Si tratta di una grande occasione per scoprire oggi e riconoscere come “parlante” e attuale quanto catturato da Lisetta Carmi oltre cinquanta anni fa».

«Tra i numerosi scatti realizzati in Israele durante i due soggiorni del 1962 e del 1967 – ha invece spiegato Giovanni Battista Martini –, ho scelto di evidenziare le immagini che sottolineassero il diverso sguardo con cui Lisetta Carmi ha osservato il paese. Nel primo grande reportage Carmi ha colto la complessa realtà di cui era costituito il nuovo Stato di Israele. Nel secondo e ultimo reportage, realizzato pochi giorni dopo la fine della Guerra dei Sei Giorni, Carmi richiama, attraverso il suo obiettivo, la nostra attenzione sui danni provocati dalla guerra nei villaggi e sulle condizioni di vita nei campi-profughi palestinesi».

Vittore Fossati

Il Tanaro a Masio sarà la mostra di Vittore Fossati che raccoglie, come ricorda la curatrice Giovanna Calvenzi gli «appunti visivi» dell’artista alessandrino: «Come descrive lo stesso Fossati con il consueto understatement – ricorda ancora Calvenzi –: “Andando al paese dove lavoro, ogni tanto compio una piccola deviazione per raggiungere la sponda del fiume Tanaro in una località che si chiama Masio. Faccio un po’ di foto, velocemente, inquadrando con molta libertà nel display della fotocamera tascabile. Cosa c’è da vedere? Alberi, i colori del cielo e dell’acqua e un disegno di rami sempre diversi.
 Cosa c’è da fare? Oltre a qualche foto, soprattutto prendere una boccata d’aria fresca. È tutto”
».

Nato nel 1954 ad Alessandria, dove abita, Vittore Fossati si occupa di fotografia dal 1977. Entrato in contatto con Luigi Ghirri, partecipa a molti dei progetti collettivi da lui promossi. Dagli anni Ottanta del secolo scorso svolge ricerche fotografiche commissionate da istituzioni ed enti pubblici.

Pompei

Fotografare il Tempo, Pompei e dintorni di Claudio Sabatino è un’esposizione curata da Renata Ferri che descrive la mostra così: «Pompei, epica apocalisse, città sepolta e dimenticata per oltre 1700 anni, metafora del tempo imponderabile e della vulnerabilità umana, è l’oggetto della lunga ricerca fotografica di Claudio Sabatino. L’indagine, che conferma tutto il suo percorso artistico e professionale, ci conduce attraverso le stratificazioni della Storia per riflettere sulla relazione mutevole che il paesaggio intrattiene con il passato e il presente. Le rovine, magnifiche testimoni della catastrofe, e l’insediamento odierno, testimone della selvaggia espansione edilizia, danno vita a una relazione paradossale che ridefinisce in senso sociale il nostro patrimonio e la sua tutela. Con poetica precisione Sabatino racconta tanto l’archeologia quanto la città intorno, restituendo un affresco in cui lo splendore dei reperti millenari è costretto al dialogo assurdo con una desolante modernità. E forse, proprio da questa frattura, può emergere la struggente bellezza di un viaggio lungo tremila anni, ancora capace di emozionare».

Sabatino è nato a Castellammare di Stabia nel 1967, di formazione architetto, si dedica alla fotografia occupandosi principalmente della rappresentazione del paesaggio urbano. Durante gli studi viene selezionato per l’edizione di Napoli Fotocittà- Dintorni dello sguardo. Nel 1998 vince il premio Savignano Immagine a Forlì e nel 1999 il premio Marangoni a Firenze. Nel 2006 gli viene conferita una Menzione Speciale al Premio Internazionale Bari Photocamera, Bari.

L’Ultima Cena

Di Maurizio Galimberti, infine, il progetto Tributo a Leonardo, una reinterpretazione de L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci: «Un capolavoro che – ha spiegato la curatrice Mariateresa Cerretelli – per la potenza e per la bellezza dell’opera immensa ha ispirato esponenti di prima grandezza del mondo dell’arte, da Andy Warhol a Peter Greenaway, da Anish Kapoor fino ai Masbedo. Il Cenacolo vinciano reinterpretato dalla visione profonda e creativa di Maurizio Galimberti ed esposto nel Duomo di Casale Monferrato per il MonFest 2022, è il frutto di un progetto realizzato da un’idea comune dell’artista insieme al collezionista e amico Paolo Ludovici e ha richiesto un processo delicatissimo, mettendo in sinergia Polaroid / Fuji Instax e digitale. Ed è così che la sacralità e l’intensità sublime del Cenacolo vengono restituiti nella loro pienezza e quel ritmo, scandito dallo stile caratteristico dell’autore, forma un’armonia  musicale, portatrice di grande spiritualità».

Nato a Como nel 1956, Galiberti si trasferisce a Milano dove oggi vive e lavora. Si accosta al mondo della fotografia analogica esordendo con l’utilizzo di una fotocamera a obiettivo rotante Widelux per poi nel 1983 focalizzare il suo impegno, in maniera radicale e definitiva, sulla Polaroid. Continua la sua ricerca con Polaroid e reinventa la tecnica del “Mosaico Fotografico” che inizialmente adatta ai ritratti. Il “Mosaico” diviene ben presto la tecnica per ritrarre non solo volti, ma anche paesaggi, architetture e città. Negli anni lavora per i più importanti brand nazionali e internazionali.

Informazioni, approfondimenti e notizie sul MonFest 2022 Fotografia sono disponibili alla pagina www.comune.casale-monferrato.al.it/MonFest2022

LE SCHEDE

Viaggio in Israele e Palestina. Fotografie 1962-1967 – Lisetta Carmi
a cura di Daria Carmi e Giovanni Battista Martini

Lisetta Carmi è una grande artista, il cui lavoro vive oggi un momento di riscoperta e attenzione. È il giusto riconoscimento alla sua ricerca e produzione fotografica in molti anni di attività, dove cifra estetica e valore documentale si sommano restituendo un lavoro prezioso e significante. Gli scatti, allestiti presso il Complesso Ebraico di Casale Monferrato, sono circa trenta, di cui oltre due terzi inediti. Si tratta di una grande occasione per scoprire oggi e riconoscere come “parlante” e attuale quanto catturato da Lisetta Carmi oltre cinquanta anni fa. Questa mostra si inserisce nel palinsesto di attività dedicate all’arte visiva, soprattutto contemporanea, che contraddistingue la nostra offerta culturale e certifica, attraverso la produzione di queste fotografie mai viste, l’impegno costante nella produzione – e non solo nella divulgazione – culturale, oltre che la partecipazione attiva della Comunità Ebraica alla trasformazione e crescita sociale e collettiva, del territorio ed extraterritoriale. Ringraziamo caldamente l’Archivio Lisetta Carmi, il Comune di Casale Monferrato e tutta l’organizzazione del MonFest 2022 per il grande lavoro di collaborazione e coordinamento che rende ogni appuntamento unico offrendo una proposta integrata fra fotografi e istituzioni, sollevando de facto una riflessione macro sulla fotografia contemporanea di grande arricchimento.
Daria Carmi

Tra i numerosi scatti realizzati in Israele durante i due soggiorni del 1962 e del 1967, ho scelto di evidenziare le immagini che sottolineassero il diverso sguardo con cui Lisetta Carmi ha osservato il paese. 
Nel primo grande reportage Carmi ha colto la complessa realtà di cui era costituito il nuovo Stato di Israele. Uno Stato dove la convivenza tra le varie componenti del suo popolo, fra immigrati provenienti da paesi lontani con culture e tradizioni diverse, era costantemente messa alla prova. 
Nel secondo e ultimo reportage, realizzato pochi giorni dopo la fine della Guerra dei Sei Giorni, Carmi richiama, attraverso il suo obiettivo, la nostra attenzione sui danni provocati dalla guerra nei villaggi e sulle condizioni di vita nei campi-profughi palestinesi.
Giovanni Battista Martini

Lisetta Carmi nasce a Genova il 15 febbraio 1924, in un’agiata famiglia borghese.
A causa delle leggi razziali è costretta nel 1938 ad abbandonare la scuola e a rifugiarsi con la famiglia in Svizzera. Nel 1945, al termine della guerra, torna in Italia e si diploma al conservatorio di Milano. 
Negli anni seguenti tiene una serie di concerti in Germania, Svizzera, Italia e Israele, dove intraprende una lunga tournée nell’ambito degli scambi culturali con l’Italia. 
Nel 1960 interrompe la carriera concertistica e si avvicina in modo casuale alla fotografia trasformandola in una vera e propria professione. Per tre anni lavora come fotografa al Teatro Duse di Genova. Accetta diversi incarichi dal Comune di Genova realizzando una serie di reportage in cui descrive le diverse realtà e problematiche sociali della città come, ad esempio, gli ospedali, l’anagrafe, il centro storico e le fogne cittadine. Nel corso del decennio torna due volte in Israele come fotografa. 
Dopo aver realizzato nel 1964 un’ampia indagine nel porto di Genova, diventata poi una mostra itinerante, continua un reportage sulla Sardegna iniziato nel 1962 e che terminerà negli anni ’70. 
Successivamente si reca a Parigi e da questo soggiorno nasce il volume Métropolitain, libro d’artista contenente una serie di scatti realizzati nella metropolitana parigina. Nel 1965 prende corpo il suo progetto più noto, che nel 1972 diventerà un libro, dedicato ai travestiti genovesi. Nel 1969 viaggia per tre mesi in America Latina e l’anno successivo in Afghanistan e Nepal. 
Nel 1971 compra un trullo in Puglia, a Cisternino. Il 12 marzo 1976 conosce a Jaipur, in India, Babaji Herakhan Baba, il Mahavatar dell’Himalaya, incontro che trasformerà radicalmente la sua vita. Lo stesso anno è in Sicilia per incarico della Dalmine per il volume Acque di Sicilia, dove sono raccolte immagini del paesaggio e della realtà sociale della regione, accompagnate da un testo di Leonardo Sciascia. Negli anni realizza una serie di ritratti di artisti e personalità del mondo della cultura del tempo tra cui Judith Malina, Joris Ivens, Charles Aznavour, Edoardo Sanguineti, Leonardo Sciascia, Lucio Fontana, César,  Carmelo Bene, Luigi Nono, Luigi Dallapiccola, Claudio Abbado, Jacques Lacan e Ezra Pound, di cui si ricordano i celebri scatti realizzati nel 1966 presso l’abitazione del poeta sulle alture di Zoagli in Liguria.
Negli anni successivi Lisetta Carmi si dedicherà completamente alla costruzione dell’ashram Bhole Baba, a Cisternino, e quindi alla diffusione degli insegnamenti del suo maestro. Nel 1995 incontra, dopo trentacinque anni, il suo ex allievo di pianoforte Paolo Ferrari e inizia con lui una collaborazione di studio filosofico-musicale. 
Lisetta Carmi attualmente vive a Cisternino.

Daria Carmi in oltre dieci anni di esperienza ha maturato una diversificata ma approfondita esperienza come Project Manager in ambito socio-culturale, sia pubblico che privato. Dopo la Laurea Magistrale in Progettazione e Produzione delle Arti Visive allo IUAV di Venezia ha lavorato come curatrice di progetti d’arte visiva. È young curator presso la Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica del Piemonte Orientale ONLUS e Project Manager alla Carmi e Ubertis. Dal 2020 svolge insegnamenti per RCS Academy e IED Milano.

Giovanni Battista Martini, laureato in architettura al politecnico di Milano, è curatore dell’Archivio Lisetta Carmi, degli Archives Florence Henri e dell’archivio delle opere fotografiche di Cesar Domela. 
Ha curato numerose esposizioni per Istituzioni italiane e straniere dedicate ad artisti contemporanei e delle avanguardie storiche.
Dirige dal 1969 la storica galleria Martini & Ronchetti di Genova.

Il Tanaro a Masio – Vittore Fossati
a cura di Giovanna Calvenzi

A Il Tanaro a Masio Vittore Fossati ha dedicato due quaderni, pubblicati nel 2012 e nel 2018, che raccolgono i suoi veloci “appunti visivi”. Lui stesso, con il consueto understatement, così li descrive: «Andando al paese dove lavoro, ogni tanto compio una piccola deviazione per raggiungere la sponda del fiume Tanaro in una località che si chiama Masio. Faccio un po’ di foto, velocemente, inquadrando con molta libertà nel display della fotocamera tascabile. Cosa c’è da vedere? Alberi, i colori del cielo e dell’acqua e un disegno di rami sempre diversi.
 Cosa c’è da fare? Oltre a qualche foto, soprattutto prendere una boccata d’aria fresca. È tutto».

Giovanna Calvenzi

Vittore Fossati nasce nel 1954 ad Alessandria, dove abita. Si occupa di fotografia dal 1977. Entrato in contatto con Luigi Ghirri, partecipa a molti dei progetti collettivi da lui promossi. Dagli anni Ottanta svolge ricerche fotografiche commissionate da istituzioni ed enti pubblici. 
Nel 1984 partecipa al progetto collettivo Viaggio in Italia. Nel 2000 espone e pubblica in catalogo Belle arti, a cura di Anne Goy ed Enrico Baschieri. Con Maurizio Magri nel 2004 realizza il video-documentario Viaggio in Italia. I fotografi vent’anni dopo, per incarico del Museo di Fotografia Contemporanea. Nello stesso anno pubblica Vittore Fossati. Appunti per una fotografia di paesaggio, a cura di Roberta Valtorta. Nel 2007 esce Viaggio in un paesaggio terrestre, realizzato con lo scrittore Giorgio Messori. Nel 2008, per Linea di Confine, pubblica In riva ai fiumi vicino ai ponti, saggio fotografico su un viadotto sul fiume Taro. Nel 2011 una selezione di fotografie da Belle arti viene esposta a Modena nella mostra “Quattro”, con Olivo Barbieri, Guido Guidi e Walter Niedermayr. Del 2012 è il primo quaderno Il Tanaro a Masio, con uno scritto di Matteo Terzaghi al quale fa seguito nel 2018 un secondo quaderno, sempre con uno scritto di Matteo Terzaghi.

Giovanna Calvenzi dal 1985 al 2019 è stata photo editor nelle redazioni di diversi periodici italiani. Nel 1998 è stata direttore artistico dei Rencontres Internationales de la Photographie di Arles, nel 2002 “guest curator” di Photo Espana a Madrid e nel 2014, con Laura Serani, delegato artistico del Mois de la Photo a Parigi. Ha insegnato storia della fotografia e photo editing a Milano e a Bologna e svolge un’intensa attività di studio sulla fotografia contemporanea. Dal 2013 si occupa dell’Archivio Gabriele Basilico e dal 2015 è presidente del Museo di Fotografia Contemporanea. Ha pubblicato, tra gli altri, “Italia. Ritratto di un Paese in sessant’anni di fotografia” (2003), “Letizia Battaglia. Sulle ferite dei suoi sogni” (2010), “Le cinque vite di Lisetta Carmi” (2012), “Antonia Pozzi. Sopra il nudo cuore”, con Ludovica Pellegatta (2015) e “Interviste” (2019).

Fotografare il tempo – Claudio Sabatino 
a cura di Renata Ferri

Pompei, epica apocalisse, città sepolta e dimenticata per oltre 1700 anni, metafora del tempo imponderabile e della vulnerabilità umana, è l’oggetto della lunga ricerca fotografica di Claudio Sabatino. 
L’indagine, che conferma tutto il suo percorso artistico e professionale, ci conduce attraverso le stratificazioni della Storia per riflettere sulla relazione mutevole che il paesaggio intrattiene con il passato e il presente. Le rovine, magnifiche testimoni della catastrofe, e l’insediamento odierno, testimone della selvaggia espansione edilizia, danno vita a una relazione paradossale che ridefinisce in senso sociale il nostro patrimonio e la sua tutela.
Con poetica precisione Sabatino racconta tanto l’archeologia quanto la città intorno, restituendo un affresco in cui lo splendore dei reperti millenari è costretto al dialogo assurdo con una desolante modernità. 
E forse, proprio da questa frattura, può emergere la struggente bellezza di un viaggio lungo tremila anni, ancora capace di emozionare. 
Renata Ferri

Claudio Sabatino è nato a Castellammare di Stabia nel 1967, di formazione architetto, si dedica alla fotografia occupandosi principalmente della rappresentazione del paesaggio urbano. Durante gli studi viene selezionato per l’edizione di “Napoli Fotocittà- Dintorni dello sguardo”. Nel 1998 vince il premio Savignano Immagine a Forlì e nel 1999 il premio Marangoni a Firenze. Nel 2006 gli viene conferita una Menzione Speciale al Premio Internazionale Bari Photocamera, Bari. Le sue immagini sono in mostra per Fotografia Europea (2009), per il Festival Internazionale di Roma (2008 e 2006) e per l’International meetings of photography in Bulgaria (2002).
Mostre personali e collettive:
Italia Inside Out, Palazzo della ragione Milano (2015) La civiltà dell’acqua in Lombardia, Mantova (2014). Il bel paese, Corigliano Calabro (2012). Expo dopo Expo, Triennale milano (2010), Fotografia Europea (2009); Vedere con lentezza, Contemplazione e fotografia, Istituto di cultura Italiana Tokio 2009.
Ereditare il Paesaggio, Spazio Officina Chiasso (2008), Museo del territorio Biellese Biella (2007), Museo dell’Ara Pacis, Roma (2007); Padova Est, ex Fornace Carotta, Padova (2007); Oltre il paesaggio, Fondazione Ragghianti, Lucca (2007);
Sotto la polvere, InCamera Gallery, Pietrasanta, Lucca (2006); Bari Photocamera (2006); Il paesaggio tradito, Centro culturale San Fedele, Milano (2005) Biennale del paesaggio di ReggioEmilia (2006); Urbana, Festival di fotografia e arte, Biella (2005). International meetings of photography, Plovdiv, Bulgaria (2003); La mano del santo, Centro Culturale San Fedele, Milano (2002).
Pubblicazioni:
Indagini sul Po, IBC Bologna 2009; Uno Sguardo lento, L’Emilia Romagna nelle raccolte fotografiche dell’IBC, IBC Bologna 2008; Padova Est, Catalogo della mostra; Oltre il paesaggio, Gabriele Basilico 1978-2006, Catalogo Fondazione
Raggianti; Il paesaggio tradito, sguardi su un territorio compromesso, ed. San Fedele Arte; G. Longobardi, Pompei sostenibile, ed. “L’Erma” di Bretschneider, Roma 2002; Dintorni dello sguardo, Napoli Fotocittà, ed. Art’è, Udine 1997.

Renata Ferri, giornalista, dal 2005 è caporedattore photoeditor di iO Donna il femminile del Corriere della Sera. Dal 2010 al 2018 ha ricoperto lo stesso ruolo anche per Amica, il mensile femminile di Rcs Mediagroup.
Dal 1991 al 2005 ha diretto la produzione fotografica di Contrasto. Insegna in scuole di fotografia e corsi specialistici dedicati. Ha partecipato a numerose giurie italiane e internazionali, incluse due edizioni del World Press Photo (2011 e 2012). Dal 2010 al 2015 ha tenuto blog di storie fotografiche su ilpost.it
Cura progetti editoriali ed espositivi di singoli autori e collettivi. 
www.instagram.com/renataferri/
twitter.com/renata_ferri
www.facebook.com/renata.ferri.3/
www.linkedin.com/in/renataferri/

Tributo a Leonardo – Maurizio Galimberti
a cura di Mariateresa Cerretelli
con la collaborazione della galleria Dadaeast di Roma

Il capolavoro di Leonardo da Vinci L’Ultima Cena per la potenza e per la bellezza dell’opera immensa ha ispirato esponenti di prima grandezza del mondo dell’ arte, da Andy Warhol a Peter Greenaway, da Anish Kapoor fino ai Masbedo. Il Cenacolo vinciano reinterpretato dalla visione profonda e creativa di Maurizio Galimberti ed esposto nel nartece del Duomo di Casale Monferrato per il MonFest 2022, è il frutto di un progetto realizzato da un’idea comune dell’artista insieme al collezionista e amico Paolo Ludovici e ha richiesto un processo delicatissimo, mettendo in sinergia Polaroid / Fuji Instax e digitale. Ed è così che la sacralità e l’intensità sublime del Cenacolo vengono restituiti nella loro pienezza e quel ritmo, scandito dallo stile caratteristico dell’autore, forma un’armonia  musicale, portatrice di grande spiritualità.
Mariateresa Cerretelli

Maurizio Galimberti nasce a Como nel 1956. Si trasferisce a Milano dove oggi vive e lavora.
Si accosta al mondo della fotografia analogica esordendo con l’utilizzo di una fotocamera ad obiettivo rotante Widelux per poi nel 1983 focalizzare il suo impegno, in maniera radicale e definitiva, sulla Polaroid.
Nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia della quale diventa ben presto testimonial ufficiale realizzando il volume Polaroid pro art pubblicato nel 1995, divenuto vero oggetto di culto per gli appassionati di pellicola polaroid di tipo integrale. Viene nominato “Instant Artist” ed è ideatore della “Polaroid Collection Italiana”
Nel 1992 ottiene il prestigioso “Gran Prix Kodak Pubblicità Italia”. Per Kodak Italia, realizza nel 2000  una mostra itinerante della serie I Maestri.
Continua la sua ricerca con Polaroid e reinventa la tecnica del “Mosaico Fotografico” che inizialmente adatta ai ritratti. Il primo esperimento risale al 1989 quando ritrae suo figlio Giorgio. Seguiranno i ritratti di Michele Trussardi, Carla Fracci e Mimmo Rotella dai quali è evidente il richiamo al fotodinamismo dei Bragaglia e la ricerca del ritmo, del movimento. Numerosi divengono i ritratti eseguiti nel mondo del cinema, dell’arte e della cultura. La popolarità e il successo con cui vengono accolte queste rappresentazioni di volti lo portano a partecipare come ritrattista ufficiale al Festival del Cinema di Venezia.
Nel 1999 viene indicato dalla rivista italiana “Class” come primo fotografo-ritrattista italiano all’interno delle classifiche di merito stilate dal mensile.
Il suo ritratto di Johnny Depp, realizzato durante l’edizione del Festival del Cinema di Venezia del 2003, viene scelto come immagine per la copertina del mese di settembre del prestigioso Times Magazine.
Il “Mosaico” diviene ben presto la tecnica per ritrarre non solo volti, ma anche paesaggi, architetture e città. Con equilibrio Galimberti alterna l’emozione per la composizione, in cui si fa più manifesta la ricerca del ritmo di cui i Mosaici ne sono un esempio, ad una propensione verso il particolare, la scena intima da riprendere e immortalare la cui resa è rappresentata da un unico scatto, ovvero dalla singola polaroid. I suoi lavori sul paesaggio, sulle città e sullo spazio che caratterizza queste ultime, alternano questi due punti di vista, queste due differenti modalità di raccontare una stessa realtà.
Tra il 1997 e il 1999 realizza due importanti lavori per le città di Parigi e Lisbona, da qui comincia la riflessione sull’importanza di saper raccontare la storia, la musica, il vissuto di un luogo attraverso le immagini.
Nel 2003 dedicherà il suo lavoro alla realizzazione del volume Viaggio in Italia, a cura di Denis Curti, un racconto di alcuni luoghi del nostro paese attraverso le singole polaroid.
Nel 2006, durante il suo primo viaggio a New York, comincia la sua ricerca sulla luce, sull’energia ispirata da questa nuova città che per l’artista diviene  la rappresentazione ideale del mondo contemporaneo. A questa città dedicherà un ulteriore lavoro del 2010 realizzando un’importante corpus di Polaroid Singole e di Mosaici, alternando storie di particolari, immagini di intimità umane a scatti che si prestano allo studio, eseguito con rigore matematico, delle diverse armonie compositive: espresse nelle imponenti immagini dei grattacieli, del cielo, della luce, delle strade di New York.
A New York seguiranno i lavori monografici su altre città come Berlino, Venezia e Napoli. Prosegue inoltre la sua ricerca verso altri modi di rappresentare e contaminare quelle stesse realtà e gli elementi che le caratterizzano con cui viene in contatto. Il desiderio di rendere attuale le cose, gli oggetti del passato diviene concreto attraverso la realizzazione dei ready-made, di duchampiana ispirazione, che rappresentano una significativa parte della sua produzione.
Parallelamente, cresce l’apprezzamento per la sua ricerca, per le particolari tecniche da lui sviluppate, suscitando l’interesse di interlocutori provenienti da diversi ambiti. Grazie a queste collaborazioni nascono nuovi progetti artistici e creativi.
Per conto della Società Calcio A.C. Milan, ha realizzato un lavoro di ritratti denominato Il Milan del Centenario, presentato in una mostra al palazzo della Triennale di Milano nel marzo del 2000.
Con Jaeger LeCoultre, ha realizzato le immagini del prestigioso volume della manifattura a cura di Franco Cologni.
Per Fiat Auto ha realizzato il calendario omonimo nel 2006 e il volume Viaggio in Italia. Nuova Fiat 500.
Per Kerakoll Design ha realizzato il volume New York Matericomovimentosa.
In collaborazione con la Fondazione delle Arti e dei Mestieri Cologni ha realizzato il volume Il Fotografo, Mestiere d’arte a cura di Giuliana Scimè.
Per Polaroid ha realizzato il volume Made in Italy viaggio con Polaroid nel 2003.
Nell’ottobre 2009 in occasione della riapertura di Polaroid è invitato in veste di testimonial ufficiale alla fiera della fotografia di Hong Kong , di Las Vegas e al Tribeca Film Festival, realizzando portraits performance con Lady Gaga, Chuck Close e Robert de Niro.
Nel 2010, Impossible, nuovo brand produttore di instant film, gli dedicato un instant film in bianco e nero dal titolo Impossible Maurizio Galimberti special edition.
Diviene protagonista del documentario monografico MAURIZIO GALIMBERTI, film appartenente alla collana  “I MAESTRI DELLA FOTOGRAFIA” prodotto da Giart e distribuito da Contrasto.
Nel 2013 presenta a Venezia il progetto PAESAGGIO ITALIA/ITALYSCAPES, a cura di Benedetta Donato, la prima mostra antologica dedicata alla ricerca dell’autore sul paesaggio da cui è stata tratta l’omonima pubblicazione edita da Marsilio Editori. La mostra, prodotta da Giart, è divenuta progetto itinerante, esposto in varie sedi istituzionali italiane e infine a New York.
In occasione di EXPO2015, ha presentato la pubblicazione dal titolo Milano by Maurizio Galimberti (MBP Gruppo Editoriale) e la mostra METAMORFOSI. LA CITTÀ CHE SALE.
Nel corso della sua carriera hanno scritto per lui critici e personaggi della cultura contemporanea, come: Nicola Piovani, Davide Oldani, Michele De Lucchi, Dario Fo e molti altri ancora.
In occasione dell’anniversario del CNA di Bologna, è stato chiamato a reinterpretare i valori dell’artigianato italiano per un’installazione realizzata con i suoi celebri mosaici, esposta nel centro cittadino durante l’estate del 2015.
Tiene regolarmente workshop e Lectio Magistralis di fotografia.
Con la mostra AriDadaKali Nudi selection 2012-2015, accompagnata dall’omonima pubblicazione della serie I quaderni da collezione di Maurizio Galimberti n° 23, presentata in anteprima presso lo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano, è stato scelto come testimonial per la fotografia, nell’ambito della manifestazione PARMA360 – Festival della Creatività Contemporanea 2016.
Nel 2015-16-17 ha realizzato un progetto fotografico con tutte le tecniche della fotografia Instant ( Polaroid -Fuji- Impossible project ) sul Cappellone di San Nicola a Tolentino ( Macerata ), la parte finale del progetto è dedicata al post sisma del 30/10/2016, con l’utilizzo delle rinnovate pellicole ( originali )Polaroid 50×60.
In occasione della mostra READY MADE CHRISTO sono stati realizzati 3 Volumi Editi da Deodato Arte.
Nel Giugno 2016 è uscito il volume “Portraits”, dedicato ai suoi famosi ritratti edito da SilvanaEditoriale.
Nel Dicembre 2016 è uscito il volume “ROMA55” edito da SilvanaEditoriale.
Nel Marzo 2017 è uscito il volume “ATELIER PARIS” edito da SilvanaEditoriale.
Nel Marzo 2017 è stato premiato con il prestigioso Premio alla Carriera “ARTURO GHERGO”.
Nel 2017 partecipa alla 57ª Biennale Arte di Venezia (Padiglione Venezia a cura prof . Stefano Zecchi).
Un suo mosaico è stato utilizzato per il manifesto ufficiale della “Barcolana di Trieste” 2017.
Per Illycaffè nel ottobre 2017 ha realizzato la Collezione di tazzine e tazze per la prestigiosa “Illycaffe Art Collection”.
A Città della Pieve ha realizzato un bellissimo progetto dal titolo “Surrealisme Perugino” per Photo Città della Pieve.
A Monza nello splendido scenario della VillaReale espone la mostra “San Nicola reMade” con il relativo volume dedicato pubblicato da SilvanaEditoriale.
Per l’anno 2018 è testimonial-ambassador di Fuji Italia / divisione instant foto.
Per l’anno 2018 è official-ambassador Illycaffè.

Mariateresa Cerretelli, giornalista e Photo editor scrive di fotografia, arte e costume per le testate del gruppo Class e collabora con diversi giornali tra i quali The Wall Street International Magazine, Artslife, siti web e blog di fotografia. Si occupa del coordinamento della fotografia per gli Speciali di Bell’Italia, Cairo editore. Da molti anni è curatrice di mostre. Tra le più recenti Wilder mann di Charles Fréger a Lucca e Bianchi Sussurri di Caroline Gavazzi a Milano allo Spaziokappa32. Ha presentato alla Triennale Milano con Afip, le lectio magistralis dedicate a diversi autori tra i quali Gabriele Croppi e Mario Cresci. Dal 2017 coordina gli incontri con i fotografi, dai grandi maestri ai giovani talenti, all’Accademia Filarmonica di Casale Monferrato. Collabora alla realizzazione di progetti editoriali, brochures, presentazioni, installazioni di fotografie e libri. Dal 2000 partecipa a Giurie di fotografia e a Letture Portfoli nei festival italiani. Presidente del Grin (Gruppo redattori iconografici nazionale) dal 2014 al 2021 e membro del consiglio direttivo dell’associazione, fondata dai Photo editors italiani che, dal 2002, organizza incontri, eventi, convegni e il Premio fotografico Amilcare G. Ponchielli. Nel 2021 ha curato l’edizione italiana del volume La mia prima storia dell’arte, edito da Sonda. 
Vive e lavora a Milano.
Work in progress: 
La Direzione artistica del MONFEST 2022, Biennale di Fotografia a Casale Monferrato che inaugura alla fine di marzo 2022. 

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