Oltre 1000 spettatori in queste prime settimane della manifestazione… e non è ancora finita
Tre giorni di concerti, praticamente tutti sold out, vanno ad aggiungersi alla folla che ha assistito all’esibizione di Tullio De Piscopo mercoledì 22 giugno. Un totale di oltre un migliaio di spettatori fino ad oggi, moltissimi anche per questa settimana del Monfrà Jazz Fest che è tornato ad animare le notti al Castello di Casale Monferrato il 24, 25 e 26 giugno, con un weekend che ha visto ben nove formazioni sul palco. E siamo solo all’inizio, visto che ci sono ancora quattro date a luglio, altre concentrate intorno al 15 di agosto e poi un settembre che si preannuncia altrettanto intenso.
Un successo reso possibile anche dagli sponsor: Fondazione CRT, Rolandi Auto, Mazzetti d’Altavilla, Portinaro, Pasticceria Nini (Main Sponsor), Euroedil2 (sponsor), e poi tanti contributi molto gustosi come i gelati dell’Agrigelateria Panarotto, impegnati venerdì, sabato e domenica ad accompagnare tutti i set delle ore 19 con un inedito concerto “Ice Jazz”, insieme all’Amaro Casale della distilleria Magnoberta, alle grappe di Mazzetti d’Altavilla e agli immancabili Krumiri Rossi che sono stati regalati a tutti i protagonisti del fest. Per non parlare di decine di comuni e aziende partner che hanno ospitato o ospiteranno il MonJF.
Nell’ultima serata anche il Sindaco di Casale Federico Riboldi ha voluto salutare il pubblico: “Una grande location quella del Castello, per una grande manifestazione che è diventata un punto di riferimento per i festival Piemontesi e di tutto il Nord Italia. Portare Tullio De Piscopo per una serata è un impegno, ma portare 150 artisti di qualità è decisamente una magnifica impresa”. “E’ una delle serate più internazionali della manifestazione – commenta Ima Ganora, Presidente dell’Accademia Le Muse dopo che il palco ha appena ospitato un duo di Barcellona e sta per esibirsi una Big Band impegnata in musica sudafricana. E’ il segno che quest’anno il Monfrà Jazz Fest è davvero esploso nel programma, nella qualità delle proposte e anche nell’arrivare a un pubblico sempre più vasto”. Ed è moltiplicato anche l’impegno dell’Accademia Le Muse. La lista dei ringraziamenti di Ima Ganora per partner, collaboratori, volontari e soci impegnati con tutte le forze per il Fest è sempre più lunga e la foto di gruppo della crew del Fest al termine dell’esibizione di domenica sempre più affollata.
I concerti: le recensioni
Il lungo weekend del Monfrà Jazz Festival è iniziato il 24 giugno alle ore 19 quando lo speaker ufficiale del festival Genny Notarianni introduce il duo formato da Tazio Forte alla fisarmonica e Tobia Davico alla chitarra. Serissimi e compassati nell’eseguire i classici del repertorio di Django Reinhardt, ma in realtà la loro musica ride, passando dalle trascrizioni delle danze Norvegesi di Grieg a Orfeo Negro. Sembra di stare su una piazzetta francese.
Eleonora Strino Quartet che apre il set delle 21 si presenta in abito a fiori e voce dal timbro retrò. Le manca solo una rosa appuntata tra i capelli e saremmo in un club degli anni ‘40. Il repertorio è coerente con l’immagine: Thelonius Monk e naturalmente tanto Wes Mongomery, il punto di riferimento di Eleonora anche nello stile chitarristico del fraseggio, ma in realtà c’è molto di più. La musica del postino di Luis Bachalov come omaggio a Troisi, e Alfonsina y el Mar, rivelano il suo animo mediterraneo, almeno finchè mette il metronomo a 300 per Alleluya Time di Oscar Peterson e ci regala jazz puro
Secondo set con cinque volpi del jazz, guidati dal suono pastoso di Michael Rosen che dialoga con il flauto di Wally Allifranchini, mentre Sandro Gibellini piazza accordi taglienti capaci di cambiare tutta l’atmosfera dei pezzi. Questo quintetto con Giorgio Allara al basso e il batterista Nicola Stranieripropone standard con grande carisma e personalità e chiude alla grande la serata.
Il 25 giugno alle 19 sale sul palco un personaggio: la barba lo fa sembrare un membro degli ZZTop e in effetti ha suonato anche con i grandi del rock, ma ha l’accento da gentiluomo di campagna british, il nome francese e la mano leggera sul suo vibrafono. Roger Beaujolais conquista in pochi minuti il pubblico dell’happy hour al gelato con una naturale simpatia che sembra trasferirsi anche al suo strumento, sotto le sue bacchette il vibrafono si lancia in squillanti risate argentine o fa le fusa sornione.
A seguire il supertrio capitanato da Riccardo Fioravanti per una serata che omaggia due dei più grandi chitarristi jazz che hanno suonato su questo pianeta. Quando Fioravanti ha pensato il titolo “Cerri, una volta il Wes” per unire Franco Cerri e Wes Montgomery non sapeva che si sarebbe esibito davanti alla mostra dedicata proprio a Sergio Leone ospitata nella Manica Lunga dietro il palco del Castello. In realtà la serata è tutta un continuo rimando di citazioni.
Fioravanti suona un basso a sei corde con un’accordatura particolare per arrivare anche al registro della chitarra. E’ l’unione delle due passioni di Cerri che era anche un ottimo contrabbassista (e il figlio Stefano fu un grande bassista) e poi lo stesso Wes aveva un fratello che fu il primo ad introdurre il basso elettrico in orchestra. Il concerto però è tutt’altro che un ibrido. C’è tutta la precisione e l’eleganza che contraddistingueva i due grandi citati, solo un’ottava sotto. Con il piano elettrico d’antan di Francesco Chebat e della batteria di Maxx Furian si comincia con Far Wes (Montgomery amava i giochi di parole) e si continua con Gingles, Besame mucho e un po’ degli standard amati dai due.
Piccolo cambiamento per il set successivo che vede Emanuela Florio a fianco del sax di Nicola Concettini in luogo di Joyce Yuille, fermata dalla positività al Covid. Concettini, molisano, è una presenza ormai fissa al Monfrà Jazz Fest ed è il simbolo del gemellaggio tra il MonJF e il festival Borgo in Jazz che si svolge nei comuni dell’entroterra della piccola regione italiana. Un fraseggio originale ma soprattutto una capacità di rilettura molto libera dei classici è ciò che contraddistingue le performance di Concettini che trova una perfetta partner in Florio fin dai primi accordi di Night and Day in tonalità distanti da quelle scritte da Cole Porter. Altrettanto funambolica la sezione ritmica alle loro spalle: Daniele Cordisco, Chitarra, Alberto Gurrisi, Organo Hammond e Luca Santaniello, Batteria.
La serata di domenica 26 giugno si apre con il Volver trio (Paolo Manasse, pianoforte, Riccardo Vigorè, contrabbasso, Marco Volpe, batteria). Il loro originale progetto riprende vecchie ballate del Sudamerica, per riproporle in chiave strumentale e jazz. E’ un repertorio di amori impossibili, resi un po’ meno tristi dal ritmo che questa formazione sa imprimere a ogni pezzo. Dopo Beija Flor (colibrì) fanno un salto nel passato con Volver, Solamente una ves e Alfonsina y el mar. E’ la seconda volta in pochi giorni al MonJF che compare un pezzo dedicato alla poetessa argentina, ma del resto questa è un’edizione tutta al femminile
Rita Payes e Pol Battle arrivati poche ore prima da Barcellona a Casale, prima tappa di una lunga tournée Italiana, aprono la seconda parte della serata con un concerto che gioca sulle emozioni intime il cui il Jazz è il confine, ma il riferimento da cui parte è la canzone d’autore, che sia quella tradizionale catalana o la ballad con sfumature indie. Tutto si gioca sul suono: da quello ottenuto fondendo le loro due belle voci, dai loop della chitarra, ma soprattutto dagli effetti che Payes che riesce ad animare da un trombone magico, capace di diventare un tappeto orchestrale, una percussione, una macchina del vento e persino una fanfara de la plaza de toros, per accompagnare canzoni ricche di ricordi, con temi importanti come la solitudine e la malattia. Ospite speciale Elisabeth Roma, la mamma di Rita.
Conclusione grandiosa affidata alla Big Band di Maxentia Big Band con la bravissima Eugenia Canale vestita con i colori della bandiera sudafricana impegnata a dirigere un intero palco pieno di strumenti. La serata si chiama “CAPE” e apre un fronte interessante: quello del Jazz che è tornato in terra africana, a Città del Capo appunto. La commistione tra la musica tradizionale e le big band americane si rivela tutta nelle vivaci percussioni e in una sezione fiati che può essere definita in un solo modo: gioiosa. L’orchestra attacca Sister Rose, un brano di Dollar Brand (Abdullah Ibrahim), un’icona del jazz Sudafricano, e rende subito chiaro cosa significa la parola Fest del MonJF: festa. Si fa fatica a rimanere sulle sedie senza ballare. Strepitosi i solisti.
I prossimi concerti
Monfrà Jazz Fest continua a luglio in una serie di location inedite tra i panorami più belli del Monferrato Unesco. Un weekend di “Concerti Cartolina” dal titolo “MonJF on the Road”, il cui lato enogastronomico è importante almeno tanto quello musicale.
Il primo appuntamento che vede cena più concerto è in programma venerdì 8 luglio a Olivola al Ristorante I due Buoi di Villa Guazzo Candiani e ha per titolo DOC JAZZ feat Diego Borotti e Monica Fabbrini, dove doc è il soprannome del batterista Giorgio Diaferia affiancato da Monica Fabbrini, voce; Diego Borotti sax e arrangiamenti; Fabio Gorlier piano e Giorgio Allara contrabbasso.
Il giorno seguente sabato 9 luglio Concerto degustazionea Vignale, di fronte a uno spettacolare tramonto sulle colline, nella cantina di Hic et Nunc. Qui alle 19 di esibisce il duo formato da Tiziana Cappellino e Gabriele Pelli duo in un concerto inframezzato con prodotti tipici e naturalmente con i vini della cantina.
Domenica 10 luglio ci si sposta a Ponzano alla Villa Il Cedro. Il magnifico giardino creato nel 1877 da Adele Roggeri Sannazzaro per questa sua casa di campagna ospita, a partire dalle 17.30 l’Easytips trioformato daAura Nebiolo, Caterina Accorsi, ed Enrico Perelli.
La sera di Giovedì 28 luglio in collaborazione con la birreria Moonfrà di Casale Monferrato, invece qualcosa dal sapore più pop: il Why Factor trio.
Per il programma completo e per acquistare i biglietti è attivo il sito www.monjazzfest.it
Photo Mattia Bodo