Dopo lo stop imposto dalla pandemia, i produttori del Monferrato casalese ed astigiano tornano ad esprimersi in grande stile, in occasione dell’ Monferace en Primeur, organizzato presso il Castello di Ponzano Monferrato, sede dell’Associazione Monferace dal 2015.
La dimora storica dell’Associazione Monferace, documentata per la prima volta nel 1014, circondata da magnifici giardini risalenti al tardo rinascimento, si è vestita a festa per ospitare oltre trenta giornalisti, chiamati da tutto lo Stivale, per scoprire le caratteristiche del Monferace (Grignolino storico). Per chiamarsi tale deve attenersi a regole stabilite dall’Associazione Monferace: prodotto esclusivamente nelle migliori annate da uve Grignolino, può essere presentato sul mercato solo dopo un periodo minimo di affinamento di 40 mesi, calcolato dal 1° Novembre dell’anno di vendemmia, di cui almeno 24 mesi in botte di legno. I vigneti iscritti devono essere impiantati su terreni calcarei- limo-argillosi, nelle varie combinazioni, anche con presenza naturale di sedimenti sabbiosi. Le superfici vitate si sviluppano in 24 comuni del Monferrato Aleramico e devono essere a giacitura esclusivamente collinare, con esposizione idonea ad assicurare la migliore maturazione delle uve. Inoltre, il numero di ceppi per ettaro non può essere inferiore a 4.000; la resa massima di uva non deve essere superiore alle 7 tonnellate per ettaro.
“Aspetti non secondari anzi fondamentali, il Monferace è l’ espressione più autentica del territorio che speriamo si manifesti oggi nei vini dell’ annata 2018 e che continui a farlo in futuro. La 2018, proprio per le sue caratteristiche, si presenta come un’ annata tra le più coerenti con la storia del Monferace, abbiamo rossi di grande eleganza e dal lungo potenziale di invecchiamento” – ha commentato all’apertura dell’evento Guido Carlo Alleva, Presidente dell’Associazione Monferace e titolare di Tenuta Santa Caterina.
Il rapporto del Grignolino con il territorio poggia le sue basi su valenze tecniche, il Monferrato si scopre attraverso la bottiglia di vino, al suo interno ci sono tutti gli elementi che costituiscono il paesaggio viticolo e urbano ma anche lo spirito, la cultura e le anime che curano tutto ciò che costituisce il sistema di relazioni che, interconnesse tra di loro, concorrono allo sviluppo concreto di un lavoro di comunità.
Tra i relatori che si sono susseguiti alla tavola rotonda che ha anticipato la Masterclass condotta da Robin Kick, Master of Wine di fama internazionale, l’ intervento di Mario Ronco, Enologo e vice presidente dell’ Associazione Monferace che, dopo aver presentato le caratteristiche dell’uva Grignolino, le cui prime tracce si trovano in un documento del 1249 con il nome di Berbexinis, ha illustrato i lavori di ricerca portati avanti dal CREA e dai produttori stessi che vertono sullo studio dei precursori di aroma nelle uve, dei profumi nei vini e della componente polifenolica dei Grignolino Monferace. La ripresa di un’antica tradizione, la produzione di un Grignolino affinato in legno, ha successivamente alimentato l’ esigenza di dar vita all’Associazione Monferace, che dopo due anni si è espressa in maniera convinta da parte delle aziende dell’Associazione: Accornero, Alemat, Angelini Paolo, Fratelli Natta, Sulin, Tenuta la Tenaglia, Tenuta Santa Caterina, Vicara, Liedholm, Cinque Quinti, Cascina Faletta ed Hic et Nunc.
Un importante traguardo per i produttori si è raggiunto con la richiesta, e ottenimento, dell’inserimento della tipologia Riserva nel disciplinare di produzione del Grignolino Monferrato Casalese ma l’ Associazione Monferace, oltre a basarsi sui protocolli di vinificazioni antiche, osserva le radici e ha iniziato uno studio approfondito del suo parco vitato impegnandosi in una mappatura dei vigneti dedicati alla produzione del Monferace osservando che tra gli stessi sono presenti cloni di Grignolino del 1936 (Cascina Faletta) e del 1961 (Accornero); più recentemente, nel 2020, l’ azienda Sulin ha piantato 45 cloni che derivano da una selezione di cloni degli anni novanta. Un’attività di tutela che consente lo studio di un territorio volto alla comprensione dei suoli e di quale siano i cloni più performanti negli stessi.
Sulle diverse tipologie di terreni il geologo-sedimentologo Alfredo Frixa, in occasione di Monferace en Primeur, ha presentato un lavoro incentrato sui vigneti a Grignolino Monferace, utilizzando i dati e i campioni di terreno forniti, in breve tempo, dai 12 produttori coinvolti nel Progetto Monferace. Lo studio è parte integrante di un progetto denominato “Geologia e vini; il Mare nei Vigneti”, finanziato dal Consorzio colline del Monferrato Casalese, che ha lo scopo di fornire ai produttori una corretta definizione geologica del substrato dei loro vigneti. Dopo la fase di campionamento dei terreni, infatti, segue un’ analisi speditiva delle sabbie al microscopio ottico. I numerosi dati delle sabbie, integrati con le analisi fornite dalle aziende, saranno poi suddivisi nelle varie età geologiche. “In particolare, i vigneti Monferace (dati preliminari) mostrano una grande variabilità di situazioni geologiche legate anche alla composizione delle colline monferrine, fatte da sedimenti marini di età comprese tra i 30 e i 3 milioni di anni fa. Un quadro regionale più completo sarà chiaro il prossimo anno, alla fine del progetto del Consorzio che sta coinvolgendo numerosi produttori e aziende del Monferrato Casalese.”
In questo contesto, l’ Associazione ha voluto sottolineare l’ importanza del paesaggio chiamando Mario De Vecchi, Professore Associato dell’ Università degli studi di Torino (DISAFA), che nel suo intervento ha tenuto a precisare quanto indicato nella Convenzione Europea del Paesaggio a Firenze il 20 ottobre 2000: “Il paesaggio rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’ Europa … e in ogni luogo è un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni. Il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea.”
Presente già 20 milioni di anni fa, l’area attuale del Monferrato era popolata da alghe rosse calcaree (rodoliti), molluschi, brachiopodi, coralli, balani, echinidi; nelle arenarie (un tempo sabbie) calcaree e fossilifere, in quella definita come la “Pietra da Cantoni”, sono stati scavati gli Infernot*, uno dei sei elementi che fanno parte de “I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”, iscritto alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 22 Giugno 2014 (costituito da 5 aree vinicole distinte e un castello: Barolo, Barbaresco, Nizza Monferrato e la Barbera, Canelli e l’Asti Spumante, il Monferrato degli Infernot e il Castello di Grinzane Cavour). “ Quello del Monferrato è parte di un sito UNESCO da valorizzare e da raccontare, proprio come in questa giornata di cultura e di sviluppo territoriale promossa dall’ Associazione Monferace” – ha dichiarato Claudio Cerrato, Direttore dell’ Associazione ^Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato”.
MONFERACE EN PRIMEUR
Monferace 2018
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2018 Accornero
Grignolino del Monferrato Casalese DOC Angelini Paolo
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2018 Liedholm
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2018 Sulin
Grignolino d’ Asti DOC 2018 Tenuta Santa Caterina
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2018 Vicara
Monferace (altre annate)
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2017 Alemat
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2016 Fratelli Natta
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2017 Tenuta Tenaglia
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2020 Cascina Faletta
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2021 Cinque Quinti
Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2020 Hic et Nunc
*L’infernot è una piccola camera sotterranea, scavata nella Pietra da Cantoni senza luce ed aerazione, generalmente raggiungibile attraverso una cantina, e utilizzata per custodire il vino imbottigliato. Le sue caratteristiche di temperatura e umidità costanti consentono l’ottima conservazione delle bottiglie più preziose. Gli Infernot sono di diverse tipologie (monocamera, multicamera o a corridoio), è un’opera unica realizzata dalla maestria di persone comuni, è un manufatto che rappresenta in sintesi il patrimonio materiale ed immateriale del Monferrato. Gli Infernot sono regolamentati da una disciplinare che ne determina le caratteristiche
Associazione Monferace
Castello di Ponzano Monferrato
Piazza Vittorio Veneto 1
Ponzano Monferato – 15022 (AL)
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