L’intervento dell’Assessore alle Pari Opportunità Rossella Gatti
Anche quest’anno nel celebrare la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne c’è un dato che, per il nostro Paese, assolutamente allarmante e che non deve fare abbassare la guardia, anzi deve rinnovare il vigore e la forza delle Istituzioni e di tutti, e dico tutti i cittadini, nel contrastare questo drammatico fenomeno.
Ad oggi sono oltre 100 le donne uccise in Italia e la maggior parte di loro sono state uccise in ambito familiare ed affettivo, vale a dire hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner.
Sono dati che non possono non fare rabbrividire, sono dati che non possono non fare pensare, sono dati che non possono non colpire al cuore, sono stati che non possono lasciare indifferenti tutti noi come cittadine e cittadini, come rappresentanti delle Istituzioni.
Questo anche perché le uccisioni sono soltanto la punto di un iceberg molto più ampio sotto la superficie che va a comprendere tutti quei reati, tutte quelle situazioni nelle quali la donna è maltrattata, umiliata, posta in schiavitù, sfruttata sessualmente e soffre in silenzio perché non si trova nella condizione oggettiva di poter chiedere aiuto.
E non dimentichiamo, occorre purtroppo essere realisti, che anche i numeri che oggi leggiamo sono destinati e crescere mentre questo fenomeno, al contrario, non è assolutamente in fase di decrescita.
L’Amministrazione Comunale di Valenza ha sin dal suo insediamento messo in campo una serie di iniziative finalizzate a cercare di far cadere il velo di ignoranza, di indifferenza, di superficialità che sovente si accompagna a episodi del genere, attraverso il numero antiviolenza 1522, il ‘Signal for help’, promuovendo e partecipando a gazebo in città , promuovendo e patrocinando iniziative nei diversi settori, in collaborazione con le donne valenzane e con le associazioni della città.
Come donna e come Assessore alle Pari Opportunità, al Volontariato e ai Servizi Sociali sono personalmente sensibile su questo argomento e credo che esso debba essere una delle priorità non solo di un’Amministrazione ma di tutti noi che diciamo di vivere in un Paese civile ma che alla conta dei fatti si trova ogni anno a dover fare i conti con queste morti, senza contare tutti gli altri episodi di violenza che non hanno un esito mortale. Ben vengano dunque le panchine rosse, come quelle che vengono poste come qui a Valenza, nei Consultori dell’Asl Al.
Ben vengano perché sono un simbolo tangibile e visibile del rifiuto di questo abominio da parte di tutti, donne e uomini, della consapevolezza che queste pratiche sono al bando della nostra società.
Un pensiero poi va a tutte quelle donne che sono state, sono e saranno vittime della violenza in quel terribile conflitto che si combatte oggi sul suolo europeo, in Ucraina e a tutte le donne vittime di violenza nei conflitti che si combattono nel mondo.
Un pensiero, infine, alle associazioni che come Me.Dea. sono quotidianamente a contatto con questa tragedia, grazie all’impegno delle volontarie e dei volontari che le animano.
Insieme a loro e con loro dobbiamo fare tutti fronte comune perché la fiaccola di questo problema sia sempre alta e visibile e il problema conosciuto.
Mai come in questo caso è vero che l’ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte. Anzi a tanate morti.
Così Rossella Gatti; Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Valenza