Sabato 22 luglio ricco di iniziative grazie alla Sezione ANPI di Camagna Monferrato! Alle ore 17:30 ci sarà, infatti, la presentazione del libro “I carnefici del duce”, scritto dallo storico Eric Gobetti, all’interno delle iniziative di divulgazione dell’Istituto Storico della Provincia di Alessandria – ISRAL, con interventi del presidente Mariano Santaniello. Ritrovo sotto i portico del Palazzo Municipale di Camagna Monferrato, con l’accesso da Via Matteotti 20.
A seguire, alle ore 20, la 4^ Edizione camagnese della Pastasciutta antifascista, che si svolgerà, come da collaudata tradizione, sempre sotto i portici; le prenotazioni saranno aperte fino a giovedì 19, e si potranno effettuare chiamando al numero 3403124837 (Luigi). Sarà servita pastasciutta in abbondanza, con un piccolo antipasto, acqua, vino e dolce inclusi; contributo minimo di euro 7,00.
L’Istituto Cervi, ormai più di una ventina di anni fa, ha voluto ricostruire quel clima di gioia dall’episodio della storica pastasciutta di Campegine, riproponendo la stessa formula di ritrovo spontaneo e festoso, che anche a Camagna si cerca di declinare nell’ambito di un piccolo borgo, dove la locale Sezione dell’ANPI sta portando avanti, da anni, una serie di iniziative culturali che ruotano attorno alla promozione della memoria dei propri concittadini illustri: questo furono, prima di tutto, i fratelli Eusebio e Vitale Giambone, i fratelli Agostino e Piero Lenti, e tutti gli altri partigiani e patrioti camagnesi.
Si tratta di una tradizione famosa in tutta Italia: una pastasciutta semplice e conviviale, come quella di 80 anni fa, nel giorno in cui veniva destituito Mussolini, il 25 luglio 1943. Alla caduta del fascismo, infatti, fu grande festa a Casa Cervi, come in tutto il Paese. Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra, nella morte della dittatura. La Liberazione verrà solo venti mesi dopo, al prezzo di molte sofferenze. Nonostante questo, quel 25 luglio, alla notizia che il tirannico dittatore era stato arrestato, c’era solo la voglia di festeggiare. A Campegine, Alcide Cervi e i suoi sette figli, insieme con altre famiglie del paese, portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni per il latte. Con un rapido passaparola la cittadinanza si riunì attorno al carro e alla “birocia” che aveva portato la pasta. Tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi a burro e formaggio che, in tempo di guerra e di razionamenti, erano prima di tutto un pasto di lusso.
C’era la fame, ma c’era anche la voglia di uscire dall’incubo del fascismo e della guerra, il desiderio di “riprendersi la piazza” con un moto spontaneo, dopo anni di adunate a comando e di divieti.
Di quel 25 luglio, di quella pagina di storia italiana è rimasto poco nella memoria collettiva. Eppure c’è stato, in tutta Italia e in quella data, uno spirito genuino e pacifico di festa popolare: prima dell’8 settembre, dell’occupazione tedesca, della Repubblica fantoccio di Salò, prima delle brigate partigiane e della Lotta di Liberazione.