Domenica 16 giugno, focus sul cicloturismo con un testimonial d’eccezione, il pluricampione Claudio Chiappucci. Il sindaco Castello: “Nuovi spunti progettuali per la nostra città”.
“A ruota libera”: il titolo che campeggia sui manifesti del festival “Canali” di Chivasso – che domenica 16 giugno taglia il traguardo della sua seconda edizione – ben riassume le caratteristiche dell’evento fortemente voluto dall’Amministrazione comunale della città.
Lo delinea, nelle sue considerazioni, proprio il sindaco di Chivasso, Claudio Castello: «Canali quest’anno – riflette il primo cittadino – può contare su nuovi ed interessanti spunti progettuali per la nostra città: vivere il territorio in maniera sostenibile e rispettosa. Da fenomeno emergente, il cicloturismo è oggi una voce dell’offerta turistica del nostro paese che solo nel 2023 ha fatto registrare 56,80 milioni di presenze. Chivasso si candida ad intercettare questa opportunità per mostrare a sempre più persone la propria natura».
Dopo l’esordio del 2023 dedicato all’atletica, quest’anno “Canali” – il festival nato all’interno del progetto del Distretto Urbano del Commercio e incentrato sulla valorizzazione del territorio, attraverso lo sport e la promozione turistica – si focalizza sul cicloturismo, come tratto distintivo non solo di un nuovo modo di intendere lo sport all’aria aperta, ma anche come elemento rilevante nell’offerta promozionale del Chivassese. Tutto ciò in forte coerenza con la “filosofia” del festival, il cui nome rimanda al Canale Cavour, la straordinaria opera idraulica di origine ottocentesca divenuta simbolo della città di Chivasso e dell’intero territorio circostante, ma anche quale richiamo ai canali di comunicazione, imprescindibili strumenti di informazione, ascolto e confronto.
Ad aprire ufficialmente l’edizione 2024 di “Canali”, un dialogo a tutto tondo tra presente e passato con un testimonial d’eccezione, il pluricampione delle due ruote Claudio Chiappucci. Per raccontare chi è “El Diablo”, dal celebre soprannome di Chiappucci, non è sufficiente fermarsi al pur scoppiettante palmarès (una Milano-Sanremo, due Giri del Piemonte, tre tappe al Tour de France ed una tappa al Giro d’Italia), ma è necessario leggere le considerazioni di un grande cantore delle due ruote, Gianni Mura. Dopo il trionfo di Chiappucci nella tredicesima tappa del Tour de France 1992 (Saint Gervais-Sestriere) con un’epica fuga di 192 chilometri, di cui 125 in solitaria, Mura scrisse di lui su “la Repubblica”: «Quello che Chiappucci ha fatto nella tappa del Sestriere è ai limiti del credibile, è una delle più grandi imprese del ciclismo. È arrivato tardi al ruolo di campione, ma lo è, e non assomiglia a nessuno. Per me, che leggo le classifiche e non mi sforzo di ascoltare la voce delle strade, Indurain ha vinto il Tour, ma Chiappucci è stato più grande di Indurain». Chi meglio di Chiappucci, dunque, per dialogare con Gino Cervi sul libro “L’ultima volta che se n’è andato Pantani” (Pagine Alvento), pubblicato in occasione del ventennale della scomparsa di Marco Pantani e la cui presentazione è, appunto, il primo appuntamento del festival “Canali” con inizio alle ore 15.30 di domenica 16 giugno.
Alle ore 18.00, invece, spazio ad una tavola rotonda di stretta attualità, “La strada si-cura. Vivere lo spazio pubblico tutelando l’ambiente e le persone”, moderata da Alberto Dolfin, ufficio stampa Giochi Olimpici e Paralimpici Milano Cortina 2026 e giornalista “La Stampa” e “Il Corriere dello Sport-Stadio”, oltre che collaboratore di “Bici.Pro” e “Bici.Style”. Con Dolfin si confronteranno Elisa Gallo, giornalista e consigliera FIAB Italia, Maria Cristina Caimotto, ecolinguista e autrice di “Discourses of Cycling, Road Users and Sustainability” e Sonia Cambursano, consigliera della Città Metropolitana di Torino con delega a Turismo e Attività produttive nonché sindaca di Strambino.
L’ultimo appuntamento si svolgerà, invece, alle ore 21.00 e sarà la rappresentazione teatrale del Teatro a Pedali con “L’altro mondo – piccole storie di cambiamento”, una modalità innovativa proposta da Mulino ad Arte per promuovere la sostenibilità, creando un coinvolgimento attivo del pubblico. Il Teatro a Pedali, come suggerisce il nome, nasce proprio per alimentare gli spettacoli teatrali. Tutte le produzioni toccano i temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale e trovano, quindi, un perfetto abbinamento con questo format, che consente agli spettatori di essere direttamente protagonisti.
Sempre con la produzione di Mulino ad Arte, si replicherà, poi, venerdì 5 luglio, alle ore 21, nel magico Parco del Sabiunè (in prossimità della panchina gigante), con lo spettacolo “Mi abbatto e sono felice”. Il primo monologo ad impatto zero, dove non è previsto l’utilizzo di corrente elettrica e con i costumi e gli elementi scenici riciclati e ridotti all’osso. Un contesto unico e, per partecipare, un’unica raccomandazione: portarsi la torcia!
Tutti gli eventi sono gratuiti e ad accesso libero, senza necessità di prenotazione.