Fiabe in Jazz, mostre sui pesci, laboratori nel verde e tra le farfalle, concerti cartolina, artisti di fama mondiale e DJ set: la sessione di giugno, attraverso il linguaggio universale della musica e del jazz è stata carica di significati di difesa del territorio, tutela delle risorse naturali, portatrice di valori come l’amicizia e la collaborazione, portando sul palco nelle sue dieci giornate più di 200 artisti
Martedì 18 giugno il MonJF è ricominciato con i suoi concerti “boutique” nel cortile di Palazzo Langosco in via Cavour 5, non senza aver prima inaugurato un’altra novità di questa edizione 2024, il Giardino trasversale. Nel chiostro o di Santa Croce il garden design Marco Marinone in collaborazione con Vivai Varallo ha allestito per le giornate dei concerti il Giardino trasversale “un progetto nato quasi per gioco” ci dice, ovvero quello di dedicare un angolo fiorito che ripercorre la storia del verde, dai giardini dei chiostri popolati da piante e alberi a scopo alimentare e medicinale, al giardino rinascimentale o cosiddetto all’italiana con gli arbusti modellati dall’uomo per arrivare al giardino contemporaneo che propone specie autoctone in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici in atto.
L’invito del Fest a suonare, giocare ed essere green è continuato sempre nel pomeriggio di martedì con la passeggiata alla scoperta dei rondoni a cura del Parco del Po. Guidati dall’ornitologo Stefano Costa i partecipanti hanno potuto conoscere meglio le caratteristiche di questi uccelli e i comportamenti che l’uomo può mettere in atto per tutelarne la sopravvivenza.
Giusto il tempo per gustare qualcosa allo stand dello street food al chiostro di Santa Croce e poi ha preso il via il primo concerto boutique dell’edizione 2024, con la riconferma del gemellaggio tra il MonJF e il Festival Molisano di Borgo in Jazz. La collaborazione artistica tra Accademia Le Muse e Nicola Concettini, direttore artistico di Borgo in Jazz, ha fatto nascere un’amicizia che si è consolidata anno dopo anno. “Ima è una persona a cui sono legato, prima per uno scambio di concerti ora invece condividiamo insieme anche dei progetti” ha detto Concettini sul palco, accompagnato dal suo quartetto (Giovanni di Carlo chitarra, Vincenzo Quirico contrabbasso, Giovanni Campanella batteria) e con un ospite davvero speciale: il trombettista Fabrizio Bosso. Fabrizio Bosso piemontese di nascita ma romano d’adozione, figlio d’arte, ha accompagnato tantissimi grandi artisti, l’ultimo in ordine di tempo Renato Zero, anche se, intervistato da Genny Notarianni, confessa che gli piacerebbe suonare con Stevie Wonder. Fabrizio Bosso è sempre alla ricerca di nuovi stimoli e l’occasione di poter suonare con il Concettini 4et, riarrangiando in modo nuovo standard come Hi-Fly di Randy Weston o Soy Califa di Dexter Gordon, oltre a suonare brani originali di Concettini e di Giovanni Di Carlo.
Chiusura del concerto con il rito del dono della scatola rossa Krumiri Portinaro, Amaro Casale e poi la serata è terminata con il DJ set di DJ Morciano, presenza fissa per tutti i concerti boutique di questa edizione.
Il cortile di Palazzo Langosco si è surriscaldato all’inverosimile mercoledì sera 19 giugno, con l’attesissimo concerto (sold out) di Ida Nielsen & the Funkbots, unica tappa italiana del tour europeo per la presentazione dell’ultimo album “More sauce, please!”. Presente per ascoltare i virtuosismi di Ida, bassista di Prince e tra i 10 migliori bassisti a livello mondiale, anche il neoeletto sindaco di Casale Emanuele Capra che si è detto orgoglioso “di partecipare a questo che è l’evento dell’anno, frutto di sinergie per la promozione del nostro Monferrato”. E sono state davvero tante le volte che Ida Nielsen ha ringraziato il pubblico del “Monferrato”, scatenato nel funky, per un evento che sarà ricordato come uno dei più coinvolgenti e travolgenti di tutte le edizioni del Fest.
Giovedì 20 il Fest si è preso una pausa dal palco, ma nello spirito del Play&Be Jazz and feeling Beauty and Green Marco Marinone Garden Design in collaborazione con il Museo civico ha illustrato ai partecipanti il simbolismo dei fiori e delle piante degli affreschi del chiostro di Santa Croce di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo; in questo percorso si è potuto così apprendere, ad esempio, che il rosmarino rimanda al ricordo ma anche alla fedeltà, oltre ad essere un valente rimedio contro l’emicrania, oppure che il melo rappresenta la conoscenza, la tentazione e la redenzione.
Venerdì 21 il festival in occasione della giornata della musica ha voluto festeggiare tanti anniversari, dal decennale di territorio Unesco, alla nomina di Casale Monferrato città europea del vino, alla biosfera del Parco del Po. La prima parte della maratona degli allievi dell’Accademia Le Muse ha avuto come momento clou la premiazione di Aurora Grillo e Sebastiano Seggiaro, vincitori della borsa di studio in memoria di Patrizia Barberis, colonna portante dell’Accademia Le Muse e che è stata ricordata insieme ad altre figure importanti per il Monfrà Jazz Fest come Lara Miceli e Roberto Capra.
Una festa nella festa che ha visto l’esibizione dei gruppi corali ormai veterani come Il San Bartolomeo Gospel Choir, con i suoi vent’anni di attività, e l’ensemble Anima Mundi e Classic Swing 5et che hanno proposto l’Inno ai Krumiri composto da Ottavio Ottavi nel 1887, ma anche nuove creature dell’Accademia Le Muse, come il Coro Insegnanti e il Gruppo Musica dell’Istituto Sobrero nati grazie alla collaborazione e alla sensibilità del dirigente della scuola casalese Riccardo Rota e il Pop Singer Choir che con canzoni senza tempo come Nel blu dipinto di blu e Azzurro ha fatto cantare tutto il pubblico.
Sabato i primi appuntamenti del Fest sono stati “green”: nel chiostro piccolo di Santa Croce, un luogo molto intimo che ospita tra l’altro il portale quattrocentesco della Chiesa di Santa Maria di Piazza (che sorgeva vicino al Duomo di Casale) Milena Zanellati del Museo Civico di Casale ha proposto un laboratorio che porta a sentirsi in piena armonia con il verde. A piedi nudi, circondati dalle essenze del chiostro e accompagnati dalla musica, ci si è concentrati sulla respirazione e sui profumi delle piante aromatiche, evocativi di particolari sensazioni. Un’esperienza adatta a grandi e piccini che il Museo intende sicuramente ripetere. Il verde è stato poi protagonista anche del secondo appuntamento, svoltosi sempre a Santa Croce, con la presentazione libraria del libro di Fabio Marzano “Il ritorno delle piante”, una riflessione su come si possa affrontare la crisi ambientale dando il giusto valore alle piante, anche nei luoghi urbani.
I concerti boutique del sabato causa allerta meteo non hanno avuto come location il Chiostro di Santa Croce ma un luogo altrettanto “intimo” come la sala Chagall nel Castello di Casale Monferrato registrando comunque il tutto esaurito.
Qui alle 19.30 si è esibito come parte del progetto Per chi crea con il sostegno di MIC e SIAE, Riccardo Marchese, fresco di nomina come batterista di Elio e Le storie Tese, con gli altrettanti talentuosi giovani musicisti del suo quintetto: Edoardo Liberati, Guglielmo Santimone, Lorenzo Simoni e Francesco Tino. Una mezz’ora di musica frutto del genio creativo di Marchese che ha presentato il suo progetto musicale “Cinematica”, una composizione musicale con forti potenzialità evocative, che riesce a concretizzare attraverso le note una scena, un’ immagine o un avvenimento, racchiudendo elementi del jazz ma non solo e anche grazie al virtuosismo della batteria e degli altri strumenti della band.
Alle 21.30 la Sala Chagall è al completo per ascoltare Rossana Casale 5et (Carlo Atti sax, Luigi Bonafede pianoforte, Alessandro Maiorino contrabbasso e Enzo Zirilli batteria). “Come ogni anno abbiamo voluto dare risalto a una donna del jazz” dice Ima Ganora alla presentazione” e dopo Ida Nielsen è la volta di una grande donna del jazz, vocal coach, compositrice e arrangiatrice. “Almost blue” è il titolo del nuovo album di questa regina del jazz, un continuo rimando al colore blu di cui il mare è fonte di ispirazione. “Io ora abito a Viareggio e quasi un anno fa mi sono ritrovata a camminare sulla spiaggia vicino a casa. Quel giorno sono rimasta colpita dalle mille sfumature di blu, sono rientrata e ho scritto questa canzone” racconta Rossana Casale al pubblico. La canzone a cui si riferisce è Shades of blue, presentata in anteprima al MonJF, oltre ad altre composizioni standard che l’artista ha scelto per il loro richiamo al colore blu, da Blue Moon a “Little Girl Blue” di Nina Simone, una vera e propria chicca, accompagnata dal solo pianoforte di Buonafede. Immancabile, a chiusura concerto, il tradizionale omaggio della scatola rossa di Krumiri Portinaro, che Rossana Casale ha commentato simpaticamente con un “Addio dieta”. La Casale è stata anche protagonista nella mattinata di domenica 23 di una masterclass (sold out) riservata agli allievi dell’Accademia Le Muse, una full immersion di tre ore su come si approccia un brano Gospel e Pop, in cui l’artista si è lasciata andare raccontando un po’ di sé e delle sue esperienze, trasmettendo anche tanta emozione.
La pioggia di domenica 23 ha obbligato l’organizzazione a rimandare a domenica 30 giugno (sempre alle ore 17) un concerto tanto atteso da chi segue il Monfrà Jazz Fest: il concerto all’eremo di Moncucco di Odalengo Grande e di cui quest’anno è protagonista la violinista Anais Drago.
Si è invece svolta regolarmente domenica pomeriggio la visita in collaborazione con il Museo Civico, Gipsoteca Bistolfi di Casale Monferrato, con un percorso piuttosto curioso, volto a esplorare i legami tra lo scultore casalese Leonardo Bistolfi e la musica. Bistolfi è considerato il principale esponente del Simbolismo ma la sua arte non comprendeva solo la scultura ma anche la pittura e finanche la musica, dal momento che lui stesso suonava il violino. Tra gli amici musicisti e compositori si possono citare Arturo Toscanini, che gli commissionò l’edicola funeraria il cui bozzetto originario e alcuni bassorilievi sono appunto custoditi in Gipsoteca a Casale, oltre al busto di Ludwig van Beethoveen che Leonardo Bistolfi realizzò su incarico di un altro musicista e compositore suo amico, originario di Camburzano (BI), lo stesso paese d’origine della moglie dell’artista.
Il Monfrà Jazz Fest riprenderà con il Volume 7.2 dal 13 al 18 agosto con altri concerti “cartolina” alla scoperta di scorci del nostro territorio UNESCO e passeggiate guidate a cura del Parco del Po Piemontese.
Programma in aggiornamento su www.monjazzfest.it