La mostra itinerante “Emozione Tambass”, allestita dall’Associazione Culturale Sphaerium, fa tappa a Palazzo Volta di Cella Monte, sede della Fondazione Ecomuseo Pietra da Cantoni, venerdì 11 (orario 9-12) e domenica 13 giugno (orario 16-18).
Viste della mostra, dell’infernot e di Palazzo Volta solo su prenotazionescrivendo a: prenotazioni@ecomuseopietracantoni.it .
“Testimonianze che anticipano i giochi della palla, divenuti popolari presso le popolazioni Maya e Atzeche, sono state ritrovate nella zona tropicale del Sud America, dove cresce l’albero della gomma, già prima del 1400 a.C.”spiega Sergio Miglietta, tra i curatori dell’esposizione.
“In Giappone e in Cina documenti anteriori all’anno 1000 a.C. riportano di giochi con palle ripiene di capelli femminili. Presso le civiltà elleniche dell’area mediterranea, i giochi con la palla venivano ampiamente praticati, così come citati fin dal 700 a. C. da Esiodo, Antifane e Giulio Polluce, tra gli altri. Il più conosciuto è Omero che racconta, nel IV canto dell’Odissea, come Nausica e le sue ancelle trovassero il naufrago Ulisse giocando a palla. In Sicilia, a Piazza Armerina, si possono apprezzare mosaici del III secolo d.C. che ben rappresentano le parole di Omero e di altri autori della cultura ellenistica. Facendo un grande salto temporale”, prosegue Miglietta, “arriviamo nel Rinascimento italiano, epoca in cui il gioco, a differenza del Medioevo che lo aveva inserivo tra esercitazioni militari, era un momento ludico e sociale. In Italia, tra la fine del XVII secolo e la fine del XIX secolo, lo sport più popolare fu il gioco del Bracciale (i giocatori erano molto famosi e guadagnavano cifre da capogiro, al pari dei toreri spagnoli o i lottatori giapponesi di sumo). Fu nel Basso Piemonte e in Liguria che, sempre alla fine del XIX secolo, fecero ingresso la palla pugno e il pallone elastico, emblema della cultura contadina, che verrà narrato da autori come Edmondo De Amicis, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Giovanni Arpino (il primo Campionato Italiano risale al 1896). Nell’alto e basso Monferrato, poi, si sviluppò il gioco del tamburello a muro, tutt’ora giocato nel Monferrato in diversi paesi, tra i quali: Vignale Monferrato, Tonco, Grazzano Badoglio, Moncalvo, Rocca, Castell’Alfero, Portacomaro, Montechiaro e Montemagno”.
Autori degli scatti che immortalano la storia del tamburello monferrino sono: Pier Giuseppe Bollo (sezione dedicata all’aspetto tecnico, gioco a campo libero in Piemonte nei primi anni ’70 del secolo scorso), Giuseppe Prosio (sezione: la poesia del tamburello a muro tra la fine degli anni ’80 e i prime degli anni ’90) e Sergio Miglietta (sezione: il tamburello emozionale giocato ai giorni nostri). La mostra fotografica itinerante proseguirà, dal 2 luglio, a Calliano, per poi andare a Chiusano, Montechiaro e Viarigi.