Spettacolo

Monfrà Jazz Fest – Successo della sei giorni di appuntamenti agostani on the Unesco road

Gli appuntamenti agostani del Monfrà Jazz Fest sono stati in tutto e per tutto all’insegna della scoperta e dell’esaltazione dell’acqua in tutte le sue forme, anche a causa della pioggia che ha costretto l’organizzazione a rivedere ogni volta la programmazione dei concerti, sia nella sede che nella tempistica.

Il meteo inclemente non ha comunque scalfito la riuscita della sei giorni on the Unesco road del Festival perché, come ha affermato la direttrice artistica Ima Ganora, “Nonostante il tempo non sia stato a nostro favore, il pubblico c’è sempre stato”. “Un ringraziamento speciale va ai volontari dello Staff, che nonostante le emergenze hanno fatto in modo che l’accoglienza e l’organizzazione degli eventi fossero sempre impeccabili” aggiunge Gigi Andreone, codirettore artistico.

La soddisfazione ulteriore è stata la partecipazione agli eventi non solo da parte dei locali, ma anche di tanti turisti italiani e stranieri, a riconferma del fatto che il Monferrato si sta affermando sempre di più come meta di vacanza per le sue attrattive naturalistiche, artistiche ed enogastronomiche, di cui anche il Festival da sempre si fa portavoce.

“Durante la sei giorni no-stop di concerti inframezzati da passeggiate, mostre, dance floor e merende sinoire vedendo la tanta gente che ci segue in tutti gli appuntamenti oppure ci sceglie in base ai propri particolari interessi abbiamo avuto la conferma di quanto il tema di questa edizione Play&Be sia stato apprezzato da così tante persone e questo ci dà la carica per fare sempre meglio!” continua Ganora che è anche la Presidente dall’Accademia Europea d’Arte Le Muse. 

Il viaggio sull’acqua è iniziato martedì 13 agosto a Cantavenna di Gabiano fin dal pomeriggio, con la visita guidata a cura del Parco del Po Piemontese del Bosco Vetusto alla scoperta della flora e della fauna che popolano l’ambiente del Grande Fiume a cui è seguita la tipica merenda monferrina preparata dalla Pro Loco di Cantavenna.

Sfidando i lampi all’orizzonte il primo concerto cartolina della sessione, con la collaborazione di Puglia Sound, si è tenuto come previsto al Belvedere di San Luigi con il panorama sul fiume Po, con il duo Sabatino Abbracciante e il loro “Melodico” che ha fatto rivivere grandi classici della musica italiana, fra cui Noi due e Brava, intramontabili successi di Mina. 

Il giorno successivo il Festival è stato a Camino dove dopo la visita del castello e del borgo, seguita dalla merenda sinoira e dalle degustazioni dei prodotti del territorio, non tutto il pubblico presente (moltissimi gli stranieri) è riuscito a entrare nella meravigliosa Chiesa di San Lorenzo per ascoltare la voce coinvolgente di Sabrina Viale Oggero accompagnata dall’hammond di Alberto Marsico.

La pioggia improvvisa ha infatti costretto l’organizzazione a spostare il concerto al coperto, ritardandone anche l’inizio…L’attesa però non ha deluso l’ascolto di questi due artisti 100percento Piemontesi con una proposta musicale e vocale insolita ma che l’acustica perfetta dell’ambiente ha fatto risaltare in modo stupefacente.

Buona partecipazione anche per l’evento di Ferragosto a Frassineto Po, con la visita al Centro di Interpretazione del paesaggio del Po e del centro storico dove, a Palazzo Mossi, si è esibito il duo Lorenzo Simoni_sax e Iacopo Teolis_tromba. Il concerto intitolato “Openings” è un progetto che si svolge con il sostegno di NUOVOIMAIE e in cui il duo ha fatto ascoltare l’ ultimo disco, un concept album sul gioco degli scacchi .

Nel primo giorno del weekend, venerdì 16, la serata a Gabiano ha regalato al pubblico dal Belvedere di Piazza Europa un concerto cartolina affascinante e suggestivo, non solo per la location al chiaro di luna, ma per i ricordi e la nostalgia che il concerto “Amarcord” dei Grooving birds 4et ha fatto riemergere.

Il gruppo è composto da Marika Pontegavelli_voce e piano, Matteo Pontegavelli_ tromba e flicorno, Francesco Zaccanti_contrabbasso e Riccardo Cocetti_batteria: si tratta di musicisti ognuno con un passato musicale differente che hanno trovato nel jazz il loro minimo comune denominatore e nella sperimentazione, nell’improvvisazione e nell’interplay il loro linguaggio comune. Il quartetto ha eseguito diversi brani della loro prima fatica musicale, incisa nel 2022, oltre ad altri pezzi originali, sempre in omaggio ai grandi cantautori italiani. 

Sabato 17 agosto il Festival è tornato per il terzo anno consecutivo a Piancerreto di Cerrina, alla casa museo di Armand Gattì, dove alle 17 si è tenuta l’inaugurazione della mostra “Il cane del poeta- La parola cane abbaia?” che testimonia l’amore del cineasta per il più fedele amico dell’uomo. La mostra che intende ricordare i 100 anni dalla nascita dello scrittore e drammaturgo resterà visitabile fino al 30 aprile.
Purtroppo l’acquazzone ha poi impedito lo svolgersi del concerto nel Parco della casa di Gattì ma grazie al pronto intervento dei volontari della Pro Loco di Piancerreto che ha collaborato a tempo record al cambio di location tutto è proseguito per il meglio. Gli addetti ai lavori sapevano infatti che il concerto di Eugenia Canale piano elettrico e Riccardo Fioravanti_baritone guitar con i loro “Electric dialogs” tratto dal progetto “Risvegli” era un’occasione di ascolto imperdibile trattandosi di una prima nazionale, che rappresenta un percorso musicale italiano ed estero, con brani composti dai due musicisti ma anche tanto jazz contemporaneo con musiche di Egberto Gismonti e Steve Swallow.

I musicisti hanno proposto un repertorio jazzistico contaminato con altri generi ma anche un repertorio classico di primo Novecento, per sperimentare come la timbrica elettrica degli strumenti potesse accomunarsi fra loro. Un modo davvero concreto per far capire che la musica è un linguaggio universale e che il jazz pervade tutti i generi musicali.
Improvvisazione e libertà di esecuzione e anche di ascolto per tutti coloro che hanno poi goduto anche della merenda sinoira preparata dalla Pro loco di Piancerreto e del dopo cena musicale di DJ Morciano, che dopo un sound sperimentale fatto di ritmi tribali e africani ha lasciato spazio alla musica lounge e d’intrattenimento portando tutti in pista. 

Domenica 18, giornata conclusiva della seconda sessione del Festival, non ha permesso lo svolgersi degli eventi all’aperto a causa del temporale, ma questo nuovo cambio di location ha rappresentato pienamente il tema della giornata musicale, dal titolo Trasformazioni, il progetto nazionale di I-Jazz, l’associazione nazionale del Festival Jazz e MIC (Ministero della Cultura), organizzato in occasione dei cento anni dalla morte di Franz Kafka una serie di appuntamenti, tra cui quello del Monfrà Jazz Fest alla Grangia di Pobietto a Morano sul Po con il progetto FLOW di Canale Spinello 4et  e  con il contributo di NUOVOIMAIE.

Prima del concerto c’è stata la possibilità di visitare il complesso della Grangia e di godere del racconto architettonico, storico e paesaggistico di questi luoghi d’acqua grazie alla guida del Parco del Po piemontese e di Dino Canepa, che è la memoria storica e l’attuale custode della tenuta fondata dai monaci cistercensi, che con il loro lavoro hanno bonificato luoghi improduttivi e introdotto la coltivazione del riso. All’interno della tenuta è conservato un ricco patrimonio di civiltà contadina, testimonianza della vita delle mondine e di denuncia delle loro condizioni di lavoro. Il MonJF ha voluto con questa iniziativa far conoscere una realtà di cui anche i locali conoscono poco l’esistenza, per questo l’invito è di partecipare alla prossime giornate di apertura organizzate dai volontari del FAI il prossimo 12 e 13 ottobre.

Il Play&Be Jazz ha raggiunto l’apoteosi proprio con il concerto conclusivo del fest, quando i musicisti del Canale Spinello quartet ( Eugenia Canale piano, Sonia Spinello voce, Ashti Abdo duduk, liuto curdo e huluzi, Achille Succi sax e clarinetto basso) non solo hanno letteralmente fatto fluire le note con l’improvvisazione, usando anche strumenti sui-generis (come i rubinetti dell’acqua Old Style), ma invitando il pubblico a fare respiri profondi, a tenere gli occhi chiusi, a suonare con gli oggetti più disparati…Un insegnamento e un invito ad ascoltare prima di tutto sé stessi, in una performance fatta di musica di diverse epoche e di diversi continenti, sintesi del jazz  e del suo stile inclusivo, partecipativo e condivisivo.

Ora il Festival fa una piccola pausa ma l’invito a suonare, giocare ed essere sé stessi ritornerà a breve, per l’esattezza nelle giornate del 6, 7 e 8 settembre, per rivendicare un altro legame forte che il Fest ha con il territorio del Monferrato UNESCO e con i suoi tesori: vi aspettiamo in stagione di vendemmia tra cantine e distillerie!

Seguiteci su  www.monjazzfest.it

Foto: Mattia Bodo

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